ANCONA - Non solo uno ma forse servirà anche più di un polo sanitario specializzato destinato ai contagiati di Coronavirus. Che sia l’ala da liberare di...
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È confermata l’anticipazione del Corriere Adriatico sui prossimi step che il gruppo operativo per le emergenze sanitarie delle Marche è chiamato a completare: chiusi i rubinetti a monte con la sospensione di scuole e manifestazioni (e sperando che sia sufficiente) l’anello da proteggere nella catena sanitaria che sta contrastando l’avanzata del Covid-19 è quello dei pazienti in terapia intensiva. Secondo il bollettino di ieri alle 13.30 si trattava di 19 persone ma i numeri sono in aggiornamento e in crescita.
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Secondo le previsioni del Gores a questi ritmi di sviluppo del virus, sarà possibile garantire assistenza ai malati più gravi per un altro paio di giorni. Dopodiché bisognerà pensare a poli specializzati dove concentrare i pazienti chiamati a superare lo sviluppo più aggressivo del Coronavirus quello che crea difficoltà respiratorie. Ieri il Gores si è strutturato in maniera più analitica: il vertice è il governatore Ceriscioli che ha delegato il d.g. della Ars Pasquini come soggetto attuatore delle misure straordinarie di protezione civile. La vera prima linea tecnico sanitaria è composta da Michele Caporossi, d.g. degli Ospedali Riuniti di Ancona e da tre manager femminili: la caposervizio della Sanità della Regione, Lucia Di Furia, la d.g. dell’azienda Marche Nord Maria Capalbo e la d.g. della Asur Nadia Storti. Capalbo è il vertice sanitario della zona nord, Caporossi di tutta l’Area vasta 2 mentre Storti avrà competenza sulle province di Macerata, Fermo e Ascoli.
Di Furia si occuperà invece del coordinamento e del collegamento con il ministero della Salute. Che nelle ultime ore ha ribadito le linee guida per affrontare le prossime fasi del contrasto al Coronavirus: riprodurre, in proporzione, strutture specializzate come lo Spallanzani di Roma. «Ci siamo allineando con grande velocità - sintetizza il governatore Ceriscioli a ora di cena - a questi ritmi di crescita dei pazienti in terapia intensiva possiamo reggere ancora un paio di giorni. Poi dovremo fare un salto di qualità e stiamo vagliando una serie di soluzioni».
Naturalmente l’auspicio è che le misure di contenimento diano i primi esiti restrittivi sul perimetro dei contagiati ieri salito a 124 casi positivi e 76 pazienti tra terapia intensiva e reparti non intensivi. È confermato che una delle soluzioni primarie allo studio potrebbe essere liberare un’ala dell’ospedale regionale di Torrette.
Le prime indiscrezioni si sono portate dietro malumori e scontri per quanto dal Gores fino ai reparti di prima linea si viaggi all’unisono con una straordinaria unità di intenti. La scelta è delicata: agire su Torrette potrebbe indebolire le funzioni di II livello del polo regionale. Per questo si valuta a 360° tutta l’edilizia sanitaria riconvertibile: questa mattina alle 8 Ceriscioli sarà a Pesaro per un sopralluogo. Poi riceverà i report sui 13 ospedali riconvertiti in case della Salute. «Ci faremo trovare pronti» promette il governatore che oggi potrebbe essere chiamato a fare scelte impopolari. Ma se si vuole essere preparati il tempo per discutere è ridottissimo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico