Un ospedale da campo allestito in poche ore fuori dal San Salvatore

Un ospedale da campo allestito in poche ore fuori dal San Salvatore
PESARO - Un ospedale da campo all’esterno del San Salvatore è stato allestito nel tardo pomeriggio di ieri. Via i due container di pre triage montati all’inizio...

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PESARO - Un ospedale da campo all’esterno del San Salvatore è stato allestito nel tardo pomeriggio di ieri. Via i due container di pre triage montati all’inizio dell’emergenza, ormai due settimane fa, troppo piccoli per filtrare gli accessi Covid-19. Sono due tensostrutture da dieci metri per sei (60 metri quadrati) all’ingresso del pronto soccorso, portate dalla protezione civile nazionale e montate dai volontari per accogliere parte dei pazienti in arrivo. Le due strutture più grandi dei container faranno da pre filtro per non intasare il pronto soccorso e l’ex medicina d’urgenza. La decisione straordinaria è stata presa ieri dall’Azienda ospedaliera Marche Nord con il presidio di Pesaro diventato un Covid Hospital.



In una situazione di assoluta emergenza ci sono altre strutture in difficoltà. Sono le strutture residenziali e protette del territorio, Santa Colomba, Galantara e Pergola, dove il personale sanitario lamenta condizioni di lavoro sempre più critiche: dalla mancanza di dispositivi di protezione ai tamponi non praticati in caso di contatto con casi sospetti considerato che i pazienti positivi al tampone stanno aumentando. Le parti sociali che tutelano il comparto sanità Cgil-Cisl e Uil diffidano Asur Marche, Azienda Marche Nord, Torrette e Inrca per il mancato rifornimento e ridistribuzione dei dispositivi di protezione individuale.

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Secondo le disposizioni del Servizio regionale Salute, infermieri e operatori socio sanitari, se asintomatici, possono continuare a lavorare, ma il rischio reale è legato ai contatti del personale sanitario delle strutture stesse con pazienti positivi e con una dotazione di dispositivi di protezione insufficienti. Le segnalazioni parlano di dispositivi inadeguati, sono soprattutto semplici mascherine chirurgiche ad essere utilizzate e le scorte in alcune residenze scarseggiano da settimane o sono al minimo come a Galantara, dove la struttura è rimasta con solo una cinquantina di mascherine. L’altro problema sono i risultati dei tamponi degli operatori sanitari i cui risultati tardano però ad arrivare. Ci sono gli infermieri del reparto Dialisi e dell’Oncologia Marche Nord, per esempio, venuti a contatto con pazienti positivi e in isolamento, ma che attendono l’esito ormai da sei giorni. 


Dopo la comunicazione di diffida inviata dai sindacati a livello regionale, Vania Sciumbata e Alessandro Contadini, che raccolgono le istanze del comparto sanità, si rivolgeranno al prefetto in mancanza di risposte. Infine a Fossombrone è in atto la riorganizzazione della struttura dell’Area Vasta dedicata alla cura e alla convalescenza dei casi Covid. I posti letto saranno così suddivisi, 14 più 12 distribuiti su due zone del primo piano. Ieri sono iniziati ieri i corsi di formazione per il personale sanitario. Il presidio lavorerà con 25 operatori, 15 infermieri e una decina di oss con un’assistenza medica diurna, mentre non è ancora chiara l’organizzazione per garantire l’assistenza notturna. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico