Il messaggio di Tibaldi «Potenziamo il contact tracing per tenere basso l’indice Rt»

Alberto Tibaldi
Dottor Alberto Tibaldi, coordinatore del Dipartimento di prevenzione dell’Asur, Palazzo Raffaello ha annunciato l’assunzione di 30 persone per implementare il contact...

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Dottor Alberto Tibaldi, coordinatore del Dipartimento di prevenzione dell’Asur, Palazzo Raffaello ha annunciato l’assunzione di 30 persone per implementare il contact tracing: sono già operativi? 


«Le procedure di assunzione sono state avviate e diventeranno operativi nei prossimi giorni». 

 

 
Saranno sufficienti per portare avanti un tracciamento funzionale al contenimento del contagio? 
«È già funzionale al contenimento e aumentare la risposta significa riuscire a domare ancora di più la diffusione. Quando si supera un certo numero di positivi al giorno, il tracciamento non riesce più a spegnere i focolai, ma un effetto molto importante lo dà nel calmierare la diffusione del virus». 


Le nuove reclute saranno sia medici che infermieri? 
«Medici e assistenti sanitari, ovvero persone che hanno fatto un percorso di studi superiori legai alla gestione delle forme infettive e quindi conoscono bene l’epidemiologia. Ma vanno bene anche gli infermieri perché vengono addestrati con una breve formazione». 


Con queste 30 unità aggiuntive, di quante persone sarà composto il pool dedicato al contact tracing? 
«I tracer erano 128 alla fine della scorsa ondata, quindi arriviamo a 158. L’incremento si è reso necessario perché stiamo affrontando questa terza ondata lunga e le unità di personale aggiuntivo ci possono supportare con il contact tracing, fondamentale per tenere basso l’Rt».


Rispetto alla prima ondata, quanto è stata implementata l’attività del tracciamento? 
«Nella prima ondata potevamo contare su numeri nettamente inferiori, eravamo 30-35 persone. La seconda ondata ha avuto un picco molto ampio, ma l’abbiamo contenuto. Questa in corso, invece, mostra un picco con una dinamica un po’ diversa, un’onda lunga, quindi per mantenere basso il livello dei focolai bisogna aumentare ulteriormente quello del tracciamento. Ma c’è una differenza sostanziale». 


Ovvero? 
«Mentre in precedenza il contact tracing era legato al lockdown, quindi il soggetto positivo entrava in contatto con massimo cinque persone, in questa fase i contatti sono in media 30-40».

Su questi numeri quanto ha inciso la variante inglese? 

«Molto. Abbiamo bisogno di questo potenziamento proprio per far fronte alla diffusività della variante inglese». 

La chiusura delle scuole ha prodotto effetti? 
«Sì, abbiamo riscontrato un impatto in senso favorevole. Il problema non è legato tanto alla scuola, quanto all’indotto: trasporto, circolazione di persone, spostamenti. Chiudere le scuole è una misura brutale ma dà un risultato netto a stretto giro, così come la chiusura delle attività commerciali». 


Avete notato miglioramenti legati all’avvio della campagna vaccinale?

«Sì, le vaccinazioni iniziano a dare effetti positivi».

 

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Corriere Adriatico