ANCONA - Un caso positivo ogni tre tamponi analizzati, 133 nuovi contagi accertati in 24 ore dal laboratorio di Virologia di Ancona, e un bilancio che registra finora 725...
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La prossima settimana sarà cruciale per capire quando l’avanzata del virus rallenterà. È anche il solco tracciato dal governatore Ceriscioli martedì, annunciando almeno «altri 8-10 giorni in trincea» per la sanità marchigiana. Si arriva alla fine della prossima settimana, quando si vedrà se avranno prodotto i loro effetti i tre decreti governativi che hanno introdotto misure anti-contagio sempre più stringenti, fino al “Tutti a casa” di mercoledì sera. Si confida che con i divieti, che in genere producono effetti a una settimana di distanza, la curva dei contagi rallenti la sua ascesa, anziché continuare di questo passo, con il raddoppio dei casi accertati in meno di quattro giorni (erano 323 il 9 marzo).
«Bisogna rispettare alla lettera le misure anti-contagio disposte dal governo», hanno raccomandato anche ieri amministratori pubblici ed esperti, tra cui il primario di Malattie Infettive di Ancona Marcello Tavio, presidente della società italiana di Malattie infettive e Tropicali.
Qualche speranza arriva anche da uno studio condotto a livello nazionale da quattro esperti, Enzo Marinari, professore di Fisica teorica alla Sapienza di Roma, Enrico Bucci della Temple University, Giuseppe De Nicolao dell’Università di Pavia e Giorgio Parisi dei Lincei. La loro analisi statistica dei dati degli ultimi cinque giorni farebbe emergere un timido rallentamento del contagio, legato alle misure preventive adottate dai cittadini prima ancora della clausura imposta dal Governo agli italiani. C’è da sperare che l’analisi sia giusta, perché l’ultimo bollettino del Gores Marche, aggiornato al mattino per i casi positivi, registrava nel pomeriggio anche il record giornaliero delle vittime, ben 9. La statistica, che spersonalizza il lutto ma non serve a lenire il dolore dei familiari dei caduti, fa salire a 36 il numero totale dei decessi nella nostra regione, 29 uomini e 7 donne, età media che sfiora gli 80 anni e nel 100% dei casi con patologie pregresse.
Un dato che non deve illudere che l’emergenza Coronavirus riguardi solo gli anziani, perché con il diffondersi dell’epidemia si registrano ricoveri di pazienti ancora abbastanza giovani. Trenta delle vittime abitavano in provincia di Pesaro Urbino, 4 nell’Anconetano, gli altri due tra Macerata e Fermo.
Gli ultimi decessi hanno riguardato diversi ospedali. A San Benedetto è morto un anconetano di 81anni, a Pesaro un pesarese di 85, a Marche Nord due pesaresi di 72 e 92 anni e un fanese di 84, a Torrette un 80enne di Castelferretti e a Urbino un pesarese di 76 anni e due donne, di 89 e 94 anni, di Fermignano e Urbania. «Esprimo la mia vicinanza e quella dell’intera Regione ai familiari delle persone decedute», parole del governatore Luca Ceriscioli, che mantiene l’impegno di informare puntualmente sull’emergenza, «anche se le notizie non sono buone, perché è meglio poter valutare informazioni vere piuttosto che angosciarsi con le fake news». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico