Plasma, dopo lo stop oggi il Comitato etico darà il via libera alla terapia

Plasma, dopo lo stop oggi il Comitato etico darà il via libera alla terapia
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ANCONA  - Un’accelerazione potente, probabilmente decisiva. Tutti i chiarimenti richiesti sono stati forniti nell’arco di 24 ore e in tempi record è stata convocata una riunione telematica del Comitato etico, in programma oggi pomeriggio. Salvo clamorose sorprese, non dovrebbero sorgere più ostacoli per il via libera alla sperimentazione della terapia al plasma anti-Covid nelle Marche, al punto che il governatore Luca Ceriscioli si è sbilanciato: «Presto si chiuderà questa partita e si vedrà chi ha detto falsità». Un guanto di sfida lanciato alla Lega, accusata di aver «speculato sulla sensibilità di persone malate per dire cose false», parlando di una presunta bocciatura sulla sperimentazione. 


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«C’è stato un polverone vergognoso, il verbale è arrivato e risponderemo alla richiesta di integrazione - anticipava ieri mattina il governatore - abbiamo chiesto di aderire a tutte le sperimentazioni in corso, abbiamo presentato l’istruttoria e si è confusa la richiesta di chiarimenti con una bocciatura. Ora nel giro di un paio di giorni potremo avviare la sperimentazione. Era impossibile rispondere prima che arrivasse il verbale. Quanto alla speculazione sulla sensibilità di persone malate, si commenta da sola». La replica della Lega arriva poche ore dopo: «Piuttosto che minacciare ritorsioni legali nei confronti della Lega - tuona il segretario regionale Paolo Arrigoni insieme ai consiglieri regionali marchigiani - Ceriscioli si interroghi sui ritardi e sul perché le Marche sono l’ultima regione a dover ancora approvare protocollo per l’utilizzo del plasma».

In effetti, il Comitato etico regionale, organismo indipendente presieduto dal professor Paolo Pelaia, costituito nel 2017 con il fine di tutelare diritti e sicurezza dei soggetti coinvolti in sperimentazioni cliniche, aveva acceso un semaforo giallo sul protocollo messo a punto dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa, a cui hanno aderito le regioni del Plasma Network (Planet), cioè Toscana (la capofila), Campania, Lazio e Marche, oltre all’Umbria e all’Ispettorato della Sanità Militare. Lo stesso protocollo era stato approvato da tutti, ma non dal Comitato etico marchigiano. Che, da quanto è trapelato, ha posto delle questioni di carattere non solo formale, ma anche sostanziale.

«Lo studio è in fase di valutazione, non si tratta di una bocciatura, ma di un giudizio sospeso», aveva precisato il professor Pelaia. Un’ammonizione che avrebbe potuto comportare una brusca frenata. E invece no. Non appena è arrivato il verbale, i promotori dello studio, con il professor Andrea Giacometti della clinica di Malattie Infettive di Torrette principale investigator, si sono attivati per rispondere a tutti i chiarimenti e portare correzioni al protocollo. Ad esempio, in un passaggio di parlerebbe di esenzione dalla sperimentazione di pazienti con meno di 18 anni, ma in un altro si proporrebbe un protocollo di consenso informato per i minorenni. A sollevare dubbi è stata anche una questione sugli obiettivi dello studio che, ha fatto presente il Comitato etico, dovrebbero essere «credibili e raggiungibili» per acquisire validità scientifica, in riferimento all’efficacia della cura sperimentale che, nella versione originale, veniva misurata in funzione della riduzione al 12% della quota di pazienti positivi costretti alla ventilazione assistita: soglia che si è chiesto di ridurre. 

L’ottimismo di Ceriscioli spinge a pensare a una ricomposizione delle divergenze, tant’è che per oggi pomeriggio è stata convocata una riunione-bis del Comitato etico, a distanza di 5 giorni dalla prima in cui gli esperti avevano espresso un parere di sospensione sul protocollo, adoperando massimo scrupolo a tutela del centinaio di pazienti marchigiani selezionati per sottoporsi alla cura al plasma. 


I donatori, che minacciavano di trasferirsi in altre Regioni pur di dare il proprio contributo alla ricerca, sono già pronti: da chi ha sconfitto il Covid verrà prelevato il plasma che permetterà di infondere anticorpi sui pazienti che non hanno raggiunto lo stadio più grave della malattia perché la viremia è in fase di sviluppo. Negli ospedali di Pavia e Mantova la terapia sperimentale avrebbe garantito risultati soddisfacenti. Anche se, in mancanza di robuste evidenze scientifiche per ora il Ministero della Salute lo giudica un «trattamento non consolidato». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico