I marchigiani in mascherina, 7 su 10 sono tornati al lavoro. Ceriscioli? Gradimento al 57%

Luca Ceriscioli
ANCONA  - C’è il desiderio di tornare alla vita come era prima del Coronavirus ma c’è anche la consapevolezza che il mondo è cambiato e...

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ANCONA  - C’è il desiderio di tornare alla vita come era prima del Coronavirus ma c’è anche la consapevolezza che il mondo è cambiato e difficilmente si riuscirà a fare un passo indietro. Perché in tre mesi di lockdown sono state modificate radicalmente le abitudini: catapultati nel mondo dello smart working, dopo l’iniziale smarrimento, la maggioranza dei marchigiani ha preso confidenza con il nuovo modo di lavorare tanto che quasi l’80% degli occupati è d’accordo o molto d’accordo ad usarlo anche oltre l’emergenza.


Lo rileva l’ultimo sondaggio di Sigma Consulting che ha monitorato costantemente il sentiment dei marchigiani dall’inizio dell’emergenza ad il 2 giugno. Sempre sul fronte dell’occupazione, in base alle dichiarazioni degli intervistati, è attiva il 78% della forza lavoro precedentemente occupata: il 54% sul posto di lavoro, il 24% a distanza. Tra cassa integrazione e interruzioni dei rapporti professionali, 2 occupati su 10 non hanno ancora ripreso la propria attività lavorativa. Cala invece del 6% il gradimento per la didattica a distanza, che in questi mesi ha messo a dura prova studenti, insegnanti e famiglie con la chiusura delle scuole. 

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Sull’utilizzo delle mascherine appena varcata la soglia di casa, i marchigiani sono molto attenti. Il 97% la indossa per entrare nei negozi e per andare a fare la spesa: «La mettono anche 7 su 10 tra coloro che sono attivi sul posto di lavoro - spiegano alla Sigma Consulting di Pesaro - mentre solo il 57% ne fa uso in compagnia di amici e conoscenti ed il 33% con familiari non conviventi». In crescita anche il senso di sicurezza in questa fase post lockdown: ma se andare a passeggio non preoccupa gli interpellati, qualche incertezza viene ancora manifestata nel recarsi al bar o utilizzare i mezzi pubblici, seppure anche questi due settori sono al rialzo rispetto i timori delle precedenti settimane. Sulla app Immuni, che può essere scaricata nelle Marche (regione inserita nella sperimentazione nazionale) «Il 44% dei Marchigiani si dichiara propenso ad installarla sul proprio smartphone. Se tale quota è rimasta stabile nel corso delle ultime 3 rilevazioni, di converso aumentano coloro che si dichiarano contrari: crescono infatti di 10 punti percentuali», spiegano alla Sigma Consulting. Capitolo a parte quello della percezione sulla gestione dell’emergenza da Covid-19. «Passata la fase apicale della gestione dell’emergenza, il giudizio sull’operato del Presidente Luca Ceriscioli, pur positivo, continua a calare. Dal 68% del 24-25 marzo si passa al 57% dell’ultima rilevazione», spiega la società pesarese a cui gli intervistati hanno confermato la validità delle azioni messe in atto prima e durante il lockdown. 


«Una ventina di giorni di riapertura delle attività hanno comunque modificato visibilmente gli stati d’animo dei cittadini interpellati. Il sentimento di speranza, in aumento di 15 punti percentuali dall’inizio della quarantena, è ora l’atteggiamento prevalente. Crescono le percentuali anche su molti altri stati d’animo positivi come pazienza, fiducia e ottimismo. Rimangono forti il senso di attesa (in crescita) e insicurezza nei confronti del futuro». Alla domanda: qual è l’origine del Covid? Il 32% è convinto che sia stati trasmesso all’uomo dagli animali e il 26% che sia uscito per errore da un laboratorio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico