Vaccini e parlamentari: i dubbi di Lucentini e il rifiuto convinto dei due ex grillini

Vaccini e parlamentari: i dubbi di Lucentini e il rifiuto convinto dei due ex grillini
E voi l’avete fatto il vaccino? La domanda, come diceva Lubrano, viene spontanea: i deputati e i senatori che rappresentano le Marche in Parlamento che posizione personale...

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E voi l’avete fatto il vaccino? La domanda, come diceva Lubrano, viene spontanea: i deputati e i senatori che rappresentano le Marche in Parlamento che posizione personale hanno scelto sul tema del Green pass? Hanno accettato la somministrazione della prima e seconda dose oppure hanno preferito, magari preferiscono, aspettare? Dopo i 12 della prima puntata siamo andati a sentire il resto dei nostri rappresentanti a Roma. Lunedì scorso un paio di sorprese sono uscite: la prima è quella del senatore Coltorti che, legittimamente secondo legge per la privacy, ha preferito non rivelare dati supersensibili (come quelli sulla salute) e quindi non ha risposto. Ma sorpresa è anche sentire dal deputato leghista Paolini che il vaccino è un obbligo morale, contro cioè, alla posizione del capo politico del Carroccio, Matteo Salvini che più volte si è schierato contro. Anche in questa seconda puntata ci sono state delle sorprese più in linea con gli orientamenti politici dei partiti di riferimento. Buon divertimento. 

 

Filisetti: «Vaccini ai prof? Siamo in attesa, fin qui ci siamo limitati all’invito.Ora i trasporti»

 

SERGIO ROMAGNOLI (M5S – SENATO): «DISGUSTATO DA SALVINI E MELONI»

«Ciclo completato. Questa pandemia ha ha evidenziato tutte le carenze della società mondiale, a partire dalla sanità. Il Green pass credo sia una soluzione che rispetta la libertà delle persone, dando anche la possibilità del tampone. Provo schifo per chi specula sulla salute delle persone per motivi di voto, come fanno Salvini e Meloni».

DONATELLA AGOSTINELLI (M5S – SENATO): «IO L’HO FATTO, MA QUALE DITTATURA»

«Sì, sono vaccinata e tra qualche giorno farò la seconda dose. Ritengo necessario aderire alla campagna vaccinale e penso che parlare di dittatura sanitaria sia sciocco, se non addirittura pericoloso. La vaccinazione è l’unico modo che abbiamo per riacquistare la libertà che il Covid ci ha tolto e per uscire da questa pandemia».

MAURO LUCENTINI (LEGA - CAMERA): «FOLLIA VACCINARE I RAGAZZINI»

«Sono per la libertà di vaccinazione. Non si può imporre nulla e come Lega ci stiamo impegnando per limitare i danni del Green Pass sull’economia italiana. A mia moglie non ho chiesto se si vaccinerà, ma nostra figlia di 12 anni non lo farà. È una follia vaccinare i ragazzini. Sono prenotato, ma ho dubbi sugli effetti collaterali. Ci sto riflettendo».

RACHELE SILVESTRI (FDI – CAMERA): «DICO NO MA SÌ PER GLI OVER 65»

«Non mi sono ancora vaccinata. Sono favorevole alla vaccinazione, ma si deve agire anche su altri fronti come un rapido raggiungimento delle vaccinazione sugli over 65 o il potenziamento delle cure domiciliari, che eviterebbero l’ospedalizzazione delle persone. Ho forti dubbi sulla vaccinazione dei bambini». 

TULLIO PATASSINI (LEGA – CAMERA): «CI STO, È UNA SCELTA DI LIBERTÀ»

«Ho fatto la prima dose di vaccino ma poi ho preso il Covid in attesa della seconda. Avrò il Green pass al termine della quarantena. La vaccinazione è una scelta di libertà: io l’ho fatta quando era il mio turno. Ci sono categorie a rischio che è importante vengano vaccinate, come i fragili e gli anziani. Ho perplessità, invece, sul vaccino ai minorenni». 

MARIO MORGONI (PD – CAMERA): «PER ME J&J E ZERO FILOSOFIE»

«Vaccinato con J&J. Non possiamo permetterci filosofie: la scienza ci dà uno strumento, che è il vaccino. Ha limiti, come tutte le cose, ma dovremmo metterci nei panni di chi deve decidere per milioni di persone. In una parte marginale dell’opinione pubblica, manca responsabilità. Irresponsabilità fomentata da forze politiche come Lega e FdI».

R. ACCOTO (SOTTOSEGRETARIA AL LAVORO): «OBBLIGATORIO NO MA È L’UNICA VIA»

«Sono vaccinata con doppia dose con convinzione. Non sono favorevole all’obbligo vaccinale, ma per accrescere in tutti gli italiani e nei nostri giovani una consapevolezza: vaccinarsi è l’unica via alternativa ai lockdown. Il Green pass è uno strumento transitorio per raggiungere questo scopo. Uno strumento di libertà e non liberticida».

MIRELLA EMILIOZZI (M5S – CAMERA): «SONO ALLERGICA, PER ORA CAUTA»

«Non sono ancora vaccinata perché, soggetto fortemente allergico: devo prima fare approfondimenti per verificare se il mio organismo tollera la vaccinazione. È una risposta efficace ed è necessario lavorare per la riuscita della campagna vaccinale. Allo stesso tempo, però, è assolutamente urgente investire nella ricerca di cure efficaci». 

ROBERTO ROSSINI (M5S – CAMERA): «STO ASPETTANDO LA SECONDA DOSE»

«Devo fare la seconda dose i primi di agosto. Dobbiamo avere senso civico, non solo per tutelare noi stessi, ma anche ci sta intorno. Durante la pandemia, ho visto situazioni che mi hanno fatto capire quali problematiche serie porti questo virus. Più che sull’obbligo, bisognerebbe puntare sulla sensibilizzazione della popolazione».

M. PARISSE (CORAGGIO ITALIA – CAMERA): «IL PARLAMENTO DEVE ESSERE D’ESEMPIO»

«Mi sono vaccinata. Non l’ho fatto solo per me ma per tutte le persone che mi sono accanto e per senso di responsabilità. Il Parlamento deve essere d’esempio. Le proteste viste derivano anche da un comune senso di impotenza per mesi di aperture a singhiozzo. Coraggio Italia è per la scienza. Sì al Green pass insieme a una presa di coscienza di tutti i cittadini». 

P. GIULIODORI (L’ALTERNATIVA C’È – CAMERA): «NO ALL’OBBLIGO, PER ME NON SE NE PARLA»

«Non sono vaccinato e sono contrario all’obbligo vaccinale, ma non perché non creda nella scienza. Anzi, sono un ricercatore. Il vaccino è fondamentale per anziani e fragili, ma ha molto meno senso per le fasce non a rischio. Il Green Pass lo trovo assurdo: è discriminatorio, limita arbitrariamente le libertà e viola la privacy ingiustificatamente».

ANDREA CECCONI (VERDI – CAMERA): «PRIMA DOSE OK, DUBBI SUI GIOVANI»

«Ho fatto la prima dose. C’è un’efficacia soprattutto nelle persone a rischio, meno rispetto alla generalità dei cittadini. Giusta la riflessione di chi dice che sarebbe opportuno proteggere le persone fragili, piuttosto che cercare di fare una campagna a tappeto, magari tra i giovani che non sviluppano complicazioni della malattia».

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Corriere Adriatico