Il Covid Hospital chiude, pazienti trasferiti. L'assessore Saltamartini: «Pronto a riaprire in caso di nuova emergenza»

Il gruppo del personale in servizio ieri al Covid Hospital di Civitanova
ANCONA - Il Covid Hospital chiude i battenti. Gli ultimi degenti sono stati trasferiti in altre strutture ed ora “l’astronave” di Bertolaso si prepara ad entrare...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - Il Covid Hospital chiude i battenti. Gli ultimi degenti sono stati trasferiti in altre strutture ed ora “l’astronave” di Bertolaso si prepara ad entrare in una fase di stand by in attesa di capire se sarà necessario riattivare i moduli in autunno in caso di una pesante recrudescenza del virus, oppure far scorrere i titoli di coda sul “polmone” anti-Covid, di fronte ad un’eventuale ondata gestibile. In questo secondo scenario, resta da decidere che ne sarà della strumentazione lì allestita, e su questo dovrà esprimersi la Regione. 

 

 

 
Il cluster di San Benedetto
Intanto, si festeggia la buona notizia, anche se la guardia resta alta, dal momento che la circolazione della variante Delta (stimata per ora al 13,7%) continua a preoccupare. Inoltre, proprio in questi giorni è stato registrato un cluster a San Benedetto del Tronto, partito da una festa privata organizzata lo scorso giovedì. Per diversi giorni, è rimasto sottotraccia perché i partecipanti erano tutti giovani e, dunque, statisticamente asintomatici. Poi, quando uno di loro ha iniziato a mostrare i primi sintomi, si è sottoposto al tampone che è risultato positivo. È così partito il tracciamento e, per il momento, i casi totali sarebbero tre. La prova provata che il virus continua a circolare e bisogna restare attenti e vigili. Ieri, il bollettino del Servizio Sanità della Regione ha aggiornato il pallottoliere, contando 15 nuovi positivi su 1227 test effettuati nel percorso nuove diagnosi: sette di questi sono nell’Ascolano, mentre ognuna delle altre province ne conta due. Ciò detto, è evidente dalla situazione clinica che il virus abbia in ogni caso perso di potenza. E la chiusura del Covid Hospital, ieri mattina, fornisce un ottimo esempio. 


Gli ultimi spostamenti


«Gli ultimi due pazienti sono stati trasportati nei rispettivi ospedali di provenienza, mentre le professionalità utilizzate, in particolare internisti e anestesisti, sono tornate in attività nelle strutture dell’Area Vasta 3 (Macerata – Civitanova – Camerino)», fa sapere l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. Lo svuotamento dei reparti del Covid Hospital era già partito ad inizio settimana e, degli ultimi sei pazienti ricoverati, tre sono stati trasferiti nella struttura di Campofilone, uno nel reparto intensivo dell’ospedale di San Benedetto del Tronto ed uno in quello di pneumologia di Macerata perché nel frattempo si era negativizzato. Un ultimo, purtroppo, è deceduto. «La struttura d’emergenza ha ultimato la sua funzione in questa fase pandemica decrescente, ma è pronta a essere ripristinata in caso di necessità», precisa il titolare della delega. Attualmente, nelle Marche quattro persone sono ricoverate nelle terapie intensive per Covid e tre in terapia semi intensiva. Tredici, invece, i malati ricoverati nei reparti infettivi di Marche Nord, Torrette di Ancona e Fermo. «Nonostante queste positive notizie – l’invito alla prudenza di Saltamartini –, non si può abbassare la guardia sulla variante Delta e sulla necessità di sottoporsi a vaccinazione, poiché appare dimostrato che le mutazioni non abbiamo effetto sulle persone immunizzate». L’assessore ricorda anche «la presa di posizione dell’Unione europea che avrebbe disposto il riconoscimento del passaporto vaccinale tra i Paesi membri solo dopo 14 giorni dalla seconda inoculazione, non validando la sola somministrazione della prima dose». Un incentivo in più ad aderire alla campagna, che dopo mesi di sprint, ha registrato una pesante frenata con l’arrivo della bella stagione. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico