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OSIMO- Una storia di paura e salvezza, di amore e integrazione. E’ quella di una giovane coppia ucraina che ad Osimo si sta rifacendo una vita grazie alla sensibilità di Andrea Accorroni, noto imprenditore che, con la sua Imt di San Biagio, è leader mondiale nella produzione di trivelle. Anatolii Kalashnikov, 39 anni e Irina Kalashnikova, 38, stavano crescendo con tanti progetti il loro primogenito Yehor a Kharkiv, non lontano dal confine russo. Non avrebbero mai pensato che la loro sarebbe stata una delle città più martoriate della guerra scoppiata il 24 febbraio.
Le bombe e le scosse
Con un italiano in formazione, ma aiutati dall’inglese e dalla mediazione rassicurante di Andrea Accorroni, Anatolii ci racconta quei giorni tremendi e la storia di sopravvivenza della sua famiglia. «Da settimane si parlava del rischio di una guerra ma – ricorda - erano solo teorie tanto che io quel giorno all’alba stavo uscendo per andare a correre quando ho avvertito il primo boato e i vetri che tremavano, una sensazione spaventosa, che ho in parte riprovato per il terremoto qui nelle Marche».
La neonata Maya
Da funzionario statale, dipendente dell’ufficio tecnico della contea di Kharkiv, il 39enne non ha dovuto subito rispondere alla chiamata alle armi. «Inizialmente ho dato una mano ai militari per mettere in sicurezza la città, poi ho iniziato a pensare a mia moglie incinta e così ho deciso di andarmene da lei, ma non è stato facile». Anatolii è riuscito a scappare al confine con la Moldavia e dopo un lungo viaggio ha raggiunto la sua famiglia a Osimo, giusto in tempo per veder nascere Maya al Salesi il 4 maggio. A fine agosto, con Yehor pronto a iniziare la prima elementare a Osimo, Prefettura e cooperativa li avvisano di un imminente trasferimento in una struttura nel Senigalliese. «Io e la mia compagna Giorgia, che li seguiva ogni giorno – racconta Accorroni-, ci siamo opposti e alla fine siamo riusciti a farli restare a nostre spese a Osimo dando anche un lavoro a Anatolii». Che da settembre è operaio nel reparto verniciatura della Imt. «Non sappiamo come ringraziare Andrea e la sua famiglia per l’aiuto incredibile che ci stanno dando, grazie a loro possiamo rifarci una vita - dice il 39enne ucraino -. Resteremo a vivere qui, ma un pensiero va sempre alla nostra terra, agli amici morti, ai parenti senza più casa. Vogliamo l’Ucraina libera»,
Corriere Adriatico