Al lavoro sulla Carta Valanghe: sono cinque le aree a rischio nelle Marche

Al lavoro sulla Carta Valanghe: sono cinque le aree a rischio nelle Marche
ANCONA - Si avvicina l’inverno e, con il freddo, cresce il timore per le valanghe. Nelle Marche, esiste una Carta ad hoc con cinque le aree giudicate ad alto rischio fino ad...

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ANCONA - Si avvicina l’inverno e, con il freddo, cresce il timore per le valanghe. Nelle Marche, esiste una Carta ad hoc con cinque le aree giudicate ad alto rischio fino ad oggi: tutte concentrate nel sud, in particolare sotto i Sibillini. Il nuovo aggiornamento, però, su cui lavora il Centro funzionale della Protezione civile, riferisce anche di rischi per la zona nord, quella del Catria. Le Marche sono, dunque, tra le Regioni ad avere, già dal 2004 con il Pai, una carta di localizzazione probabile delle valanghe. La stessa che, se ci fosse stata, forse avrebbe evitato i 29 morti di Rigopiano. Gli stessi magistrati che stanno indagando sulla vicenda, hanno confermato che, con la Carta, quelle morti probabilmente non ci sarebbero state. Ed è anche per evitare una simile strage che la Regione Marche tiene costantemente aggiornato il documento che, tra l’altro, è richiesto esplicitamente dalla normativa.


Le aree classificate ad alto rischio nella regione sono cinque: si tratta della Foce di Montemonaco, della zona di Sassotetto di Sarnano, ovvero la strada che conduce direttamente agli impianti, e poi c’è Rubbianello di Montefortino, quindi si arriva a Bolognola e, infine, l’elenco aggiornato sino ad oggi contempla Vallestretta di Ussita. La Carta è in costante evoluzione: i nuovi dati ci saranno a gennaio. Dice David Piccinini, responsabile Protezione civile regionale: «La nostra Carta è stata recepita con il Pai, il piano di assetto idrogeologico, già nel 2004: si tratta di un documento ufficiale che indica le aree a rischio, al quale i Comuni devono attenersi in fase di pianificazione». Il tutto con una premessa importante, da parte dello stesso Piccinini. «I piani neve? Abbiamo chiesto ai Comuni i dati dei loro piani: finora hanno risposto 130. Quindi, ancora, un vero piano neve a livello formale non c’è ma lo stiamo costruendo». Proprio in questi giorni, si sta concludendo l’aggiornamento del Centro funzionale della Protezione civile. Osserva il responsabile regionale: «In presenza di cambiamenti meteo climatici, abbiamo aggiornato la mappa: il Centro funzionale della Protezione civile ha rivisto i perimetri che sono stati portati su un formato utilizzabile via Internet e per la pianificazione». I soggetti interessati a pianificare sono: Comuni, Province e Regione. Proprio da queste ultime analisi, è «emersa un’altra area a rischio e cioè la zona nord, quella del Catria». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico