Al Qaeda, i tre pachistani arrestati rinchiusi nel carcere di Camerino

Al Qaeda, i tre pachistani arrestati rinchiusi nel carcere di Camerino
MACERATA - Sono rinchiusi nel carcere di Camerino i tre pachistani arrestati nell'ambito dell'inchiesta contro un network fondamentalista radicato in Sardegna coordinata...

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MACERATA - Sono rinchiusi nel carcere di Camerino i tre pachistani arrestati nell'ambito dell'inchiesta contro un network fondamentalista radicato in Sardegna coordinata dalla procura distrettuale di Cagliari.




Alì Zubair, di 46 anni, arrestato a Porto Recanati, è indagato per terrorismo, gli altri due per favoreggiamento e sfruttamento dell'immigrazione clandestina: si tratta di Sher Ghani, 59 anni, padre di Faqir Ghani, il presunto jihadista espulso nel gennaio scorso, e Shah Zuabair, 39 anni, bloccati a Civitanova Marche. Gli interrogatori di garanzia sono previsti nei prossimi giorni.



Non ci sarebbero nelle Marche ramificazioni del network terroristico legato ad Al Qaeda: secondo fonti investigative, nella regione ci sarebbero state piuttosto basi logistiche, presso amici o connazionali, luoghi in cui «appoggiarsi» all'occorrenza. Come avrebbe fatto Alì Zubair, il quarantaseienne pachistano, residente a Barcellona, arrestato dalla Digos all'Hotel House di Porto Recanati, dove era ospite di amici.



L'uomo si stava preparando a prendere un pullman per Roma, quando è stato fermato dagli agenti. Accusato di associazione per delinquere finalizzata la terrorismo, avrebbe svolto una serie di mansioni per la cellula.



Tra le ipotesi che coinvolgono gli altri due arrestati quella di un giro di agevolazioni all'ingresso in Italia di pachistani e afgani in cambio di denaro, che poi sarebbe stato impiegato dall'organizzazione terroristica per l'acquisto di armi. I due, disoccupati, vivono nelle Marche.



Sher Ghani, in particolare, è il padre di Faqir Ghani, il ventiseienne espulso nei mesi scorsi perchè frequentava siti inneggianti alla jihad. La Digos marchigiana sta monitorando con attenzione su più fronti, ma al momento non sarebbero emersi segnali di una situazione ramificata sul territorio o di infiltrazioni.
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Corriere Adriatico