Bper nelle Marche: si valuta la nuova direzione regionale

L’Esagono, ex direzione Marche-Abruzzo di Ubi, oggi Intesa
La notizia non trova conferme ma il tam tam sindacale, in ambito bancario, è mediamente molto affidabile specie quando i livelli nazionali si specchiano con quelli...

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La notizia non trova conferme ma il tam tam sindacale, in ambito bancario, è mediamente molto affidabile specie quando i livelli nazionali si specchiano con quelli territoriali. Banca Popolare Emilia Romagna, che nel rimbalzo dell’Opas a buon fine Intesa-Ubi salirà da 17 a 102 filiali nelle Marche, sta pensando di aprire una direzione regionale ad Ancona.

 

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L’indiscrezione circola da alcuni giorni mentre ancora non affiora dai documenti ufficiali che ratificano gli orientamenti aziendali. Ma tra i rappresentanti dei lavoratori che conoscono gli alti venti di Modena quello di istituire un polo territoriale nelle Marche è considerato molto più di un’ipotesi. E i numeri in questi casi, di solito, non mentono: passare da 17 sportelli, prevalentemente nei capoluoghi e nei centri principali della regione, a 102 non significa implementare una struttura ma stravolgerla in maniera tale da considerare ineludibile una riorganizzazione. Ecco quindi che l’istituzione della direzione territoriale garantirebbe maggiore radicamento per la banca di Modena che scalerebbe le graduatorie di settore fino a entrare al secondo posto tra gli operatori creditizi della regione. 

Nebbia ancora fitta invece sulla distribuzione del personale che tiene con il fiato sospeso i dipendenti ex Ubi. L’accordo sindacale, siglato ai primi di ottobre porta come orizzonte temporale, la fine del 2023, quando verranno completate le uscite volontarie (ne sono previste 5 mila a livello nazionale) e le 2.500 nuove assunzioni, completando così una razionalizzazione necessaria se vista dal punto di vista industriale. Per le Marche le uscite previste sono 305, 108 provenienti da Intesa San Paolo e 197 da Ubi: si tratta di numeri che fanno parte del fresco accordo con i sindacati, ma che al momento restano sulla carta perché non è detto che tutte le unità interessate all’interno di questo perimetro possano utilizzare l’uscita anticipata del Fondo solidarietà; un aspetto non secondario, quest’ultimo, perché potrebbe mettere di nuovo tutto in discussione. 


Infine, nel quadro della riorganizzazione Intesa-Ubi da registrare ieri la nomina del nuovo Cda di Ubi per il triennio 2020-22 da parte del nuovo azionista di maggioranza. Nel board figura anche una dirigente di origine jesina, Paola Angeletti, attualmente chief operating officer di Intesa, nella primissima linea dei manager guidati dal Ceo Messina.

 

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Corriere Adriatico