Banca Marche, ecco la lettera dei piccoli azionisti ai commissari

Banca Marche, ecco la lettera dei piccoli azionisti ai commissari
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JESI - Quel che sarà e come sarà la banca di domani, ecco la lettera dei piccoli azionisti inviata ai commissari. «Se il lavoro che i commissari, sotto l'egida di Bankitalia, hanno portato avanti in tutti questi mesi si tradurrà nella creazione della nuova Banca Marche da noi auspicata, non mancherà certamente, nella costituzione del suo capitale sociale, anche il forte sostegno da parte di tutte quelle migliaia di azionisti privati e dei lavoratori azionisti». È un invito a non tradire «le caratteristiche legate alla territorialità» dell'istituto di credito quello che l'Associazione Dipendiamo Banca Marche ed il suo presidente Sandro Forlani rivolgono in una lettera aperta rivolta ai commissari straordinari.




Secondo l'associazione dei piccoli azionisti dipendenti di BM, «per quanto determinanti siano gli interventi dei grandi investitori (Fonspa, Fondo Interbancario, fondi esteri, un grande gruppo bancario auspicato da Bankitalia, ndr) - la nuova Banca Marche dovrà poter contare anche su una importante ricapitalizzazione da parte di quelle migliaia di piccoli azionisti che, oggi fortemente scoraggiati, sarebbero tuttavia pronti a orientare di nuovo la loro fiducia verso una banca che mostrasse una rinnovata propensione a svolgere davvero un'attività creditizia a favore di una economia tipica di questo territorio, caratterizzata dalla presenza di famiglie in cui la propensione al risparmio è sempre stata elevata e dalla operosità ed ingegno di un settore produttivo che, se oggi subisce le conseguenze della crisi che sta attraversando il Paese, sarà senz'altro capace di raggiungere, in un futuro che si auspica prossimo, i livelli di grande eccellenza già raggiunti in un passato non lontano».



Forlani non disdegna l'entrata in scena di un grande partner bancario, in quanto potrebbe apportare non solo capitale ma anche «quella garanzia di esperienza e professionalità necessaria a ricreare quella grande fiducia tra tutti gli operatori socioeconomici del territorio che Banca Marche aveva saputo conquistare fin dalla sua nascita ed oggi fortemente compromessa dal comportamento di amministratori e manager sul cui operato sta indagando la magistratura». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico