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ANCONA - Da un’emergenza all’altra. Con la pandemia da Covid l’assenza dei servizi essenziali per le mamme lavoratrici ed i nuclei familiari si è fatta sentire con forza. Gli asili nido, per esempio: nelle Marche solo un bambino su quattro riesce ad accedere ad una struttura per l’infanzia ed è anche delicata la situazione delle rette.
Le Marche sono la regione con la più alta percentuale di compartecipazione ai costi richiesta agli utenti a livello nazionale dopo la Basilicata, pari al 25,5% della spesa complessiva a causa soprattutto dei bassi livelli di spesa media per utente a carico dei comuni: 4.658 euro per utente, ben al di sotto dei 6.380 euro medi a livello nazionale o dei 6.968 euro dell’Umbria e dei 5.448 euro della Toscana.
Lo scenario regionale
«Uno scenario preoccupante - spiegano Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche e Rossella Marinucci, segretaria regionale responsabile delle politiche di welfare - perché gli asili nido rappresentano una fondamentale occasione educativa e di socialità e per questo che devono essere garantiti a tutti».
I fondi da non perdere
È stato emanato il bando per 3 miliardi di euro del Pnrr, di cui 2,4 miliardi destinati al potenziamento dell’offerta di nidi «che rappresenta un’opportunità unica, da non sprecare - ribadiscono Barbaresi e Marinucci -. I Comuni hanno tempo fino al 28 febbraio per presentare i progetti. I tempi stringono e per questo chiediamo ai Comuni di conoscere al più presto come si stanno attivando per non perdere questa importante opportunità e alla Regione di svolgere un ruolo di coordinamento, supporto e monitoraggio delle azioni da intraprendere». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico