Funerali delle vittime del terremoto «E' il momento della speranza»

I funerali di Stato ad Ascoli
ASCOLI – E’ il momento della tristezza e della commozione: si sono svolti ad Ascoli i funerali delle vittime marchgiane del sisma del 24 Agosto. Presenti il presidente...

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ASCOLI – E’ il momento della tristezza e della commozione: si sono svolti ad Ascoli i funerali delle vittime marchgiane del sisma del 24 Agosto. Presenti il presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il Presidente della Camera Aldo Grasso, un lungo applauso ha accompagnato l’arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


Intanto a seguito del decesso dell'uomo ricoverato presso l'ospedale di Perugia e proveniente da Arquata, il bilancio delle vittime del terremoto del centro Italia, comunicato dalle Prefetture di Rieti e Ascoli Piceno, è salito al momento a 291: 230 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arquata del Tronto.

Un lungo abbraccio fra due sindaci uniti da una grande tragedia collettiva: il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente è andato a cercare il sindaco di Arquata del Tronto Leandro Petrucci appena entrato nella palestra di Ascoli dove si celebrano i funerali delle vittime del sisma marchigiano, e l'ha abbracciato.
 

«Abbiamo pianto e sofferto insieme ma ora è il momento della speranza». Lo ha detto nell'omelia ai funerali il vescovo di Ascoli D'Ercole. «Sui social molti mi dicono: non ci ripetere le solite cose che dite voi preti. È giusto che lo diciate. Ma se guardate oltre le lacrime scorgerete qualcosa di più profondo. Il terremoto con la sua violenza può togliere tutto eccetto il coraggio della fede. Queste cose che oggi ripetiamo sono una scialuppa quando ci si trova in un mare in tempesta». Nel corso dell'omelia il vescovo ha ricordato Giorgia e Giulia, le due sorelline, una sopravvissuta e l'altra morta che sono diventate tra i simboli del sisma: «La più grande Giulia purtroppo morta, ma ritrovata in una posizione protettiva su Giorgia, una bimbetta di scarsi cinque anni - ha detto - che sembrava spaesata con la bocca piena di macerie. Morte e vita erano abbracciate, ma ha vinto la vita: Giorgia. Anzi, dalla morte è rinata la vita perché chi esce dal terremoto è come se nascesse di nuovo». «Siamo in un tempo di guerre e anche il terremoto è una guerra», «un boia che arriva nel buio»: «è saggio a dialogare con la natura e non provocarla indebitamente». Nel corso della cerimonia un parente di una delle vittime ha accusato un malore ed è stato necessario soccorrerlo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico