Arçelik-Whirlpool, via libera dell’Ue alla maxi fusione: per la Commissione europea l’accordo non altera la concorrenza

La società turca acquisirà dal partner il 75% del business in area Emea

Arçelik-Whirlpool, via libera dell’Ue alla maxi fusione
FABRIANO La Commissione Europea approva l’operazione che dallo scorso gennaio Whirlpool e Arçelik stanno conducendo per la creazione di una nuova realtà...

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FABRIANO La Commissione Europea approva l’operazione che dallo scorso gennaio Whirlpool e Arçelik stanno conducendo per la creazione di una nuova realtà europea di grandi elettrodomestici. E questo certamente contribuisce a generare un clima di maggiore fiducia nel proseguimento dell’azione finalizzata alla realizzazione della joint venture, fermo restando che per il perfezionamento di tale operazione occorrerà attendere il pronunciamento dell’Antitrust del Regno Unito, che due settimane fa ha chiesto ulteriori chiarimenti, annunciando un’indagine approfondita, la cui conclusione è fissata per marzo 2024.  


Il colosso Usa


«Siamo lieti – fa sapere Whirlpool – che l’Unione Europea abbia concesso l’approvazione incondizionata per la nostra proposta di transazione con Arçelik, al fine di creare una nuova azienda europea di elettrodomestici. Questo è un traguardo importante, ma la transazione non si chiuderà fino a quando non si avranno le autorizzazioni necessarie delle altre autorità regolatorie coinvolte». L’Antitrust europeo, come recita un comunicato diffuso da Bruxelles, ha concesso l’approvazione senza condizioni, valutando che «la fusione non comporterà problematiche alla concorrenza, data la presenza di numerosi fornitori di elettrodomestici nell’area economica europea, dove entrambe le parti sono attive».
Ostenta soddisfazione il ministero delle Imprese e del Made in Italy: «La decisione della Commissione Europea sulla fusione Arçelik-Whirlpool – si legge in una nota del Mimi – è un primo significativo passo su un’operazione che consolida il settore degli elettrodomestici in Europa e sulla quale il Governo italiano ha inteso esercitare la Golden Power con prescrizioni significative a salvaguardia anche della tecnologia degli stabilimenti, della produzione e dell’occupazione in Italia».


Guidano i turchi


La nuova società vedrà Arçelik (che possiede 12 marchi, tra cui Beko è il più noto) in posizione preminente con il 75% delle quote, mentre il 25% resterà alla multinazionale Usa, che nel 2014 aveva acquistato Indesit. La volontà è di dare vita a una piattaforma europea di grandi elettrodomestici da oltre 6 miliardi di euro di fatturato, con oltre 200 milioni di euro di sinergie sui costi. In sostanza, tramite l’accordo con il colosso turco, Whirlpool porta a compimento la revisione strategica dell’attività nella zona Emea (Europa, Medio Oriente, Africa), contribuendo alla nuova realtà industriale con diversi marchi del business europeo (oltre a Whirlpool, figurano Hotpoint, Bauknecht e Indesit), mentre Arçelik metterà a disposizione le sue attività di elettrodomestici, elettronica di consumo, climatizzazione e piccoli elettrodomestici.
L’operazione, che coinvolge complessivamente circa 20.000 dipendenti e 10 fabbriche dislocate tra Italia, Polonia, Slovacchia e Romania, interessa da vicino pure la nostra regione, considerati i siti Whirlpool di Fabriano (circa 1.100 i dipendenti tra gli operai dello stabilimento di Melano e gli impiegati degli uffici centrali) e Comunanza, in provincia di Ascoli (320 dipendenti). Arçelik, che in passato aveva anche cercato di acquisire Indesit, si è sviluppata diventando, da iniziale produttore conto terzi, un colosso dell’elettrodomestico, anche grazie all’acquisizione di marchi storici del mercato tedesco, vantando 5 miliardi di fatturato nel 2020, 40.000 dipendenti in tutto il mondo, filiali in 49 Paesi e 28 siti produttivi in 9 Paesi. Nonostante il pronunciamento dell’Antitrust europeo, i sindacati restano cauti.


Il tavolo ministeriale


«A differenza dell’Antitrust britannico, l’Unione Europea non ha rilevato rischi di posizione dominante – osservano Fim, Fiom, Uilm e Uglm – ma resta da capire che relazione si creerà tra due pronunciamenti differenti per lo stesso continente. Vogliamo essere convocati dal Mimi, come già richiesto il 5 ottobre. Altrimenti scatteranno delle mobilitazioni per far valere le ragioni dei lavoratori».
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Corriere Adriatico