OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ANCONA Una montagna di richieste generata da ricostruzione post sisma e Superbonus 110% da affrontare con carenza di manodopera, aumento dei prezzi e scarsità delle materie prime e degli accessori. Così l’edilizia marchigiana è andata sotto stress e rischia di implodere. Il risultato è che trovare imprese disponibili ad effettuare interventi di qualsiasi genere è diventato più difficile che scalare l’Everest.
L’ondata di lavori richiesti dopo il blocco imposto dalla pandemia è impetuosa e ha messo in difficoltà il sistema, come ha confermato il presidente di Ance Marche Costanzo Perlini. E ciò senza considerare l’edilizia pubblica e una possibile, e auspicata, accelerazione del Superbonus.
Le opportunità
L’edilizia - 22mila le imprese attive nelle Marche -cerca maestranze e figure professionali più qualificate.
Le scelte
Altre imprese marchigiane, dopo aver firmato il preventivo dei lavori, hanno preferito rinunciare all’esecuzione degli stessi a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Hanno calcolato che avrebbero perso meno rinunciando ai lavori piuttosto che farli. Ecco che altre imprese non vogliono sentir parlare di Superbonus. «Ritengo che l’incremento dei prezzi sia una bolla destinata a esaurire il suo effetto tra alcuni mesi. Non è una bolla, invece, l’aumento delle richieste perché ci porteremo dietro la ricostruzione post terremoto per 15-20 anni. E poi c’è comunque un mercato dell’edilizia che, dopo un decennio di crisi e una selezione delle aziende, è comunque in ripresa, trainato dall’impiego dei risparmi degli italiani» afferma Perlini. Sembra un paradosso ma in questa situazione di iper lavoro, per fortuna il Superbonus viaggia ancora a rilento, come ci ha confermato lo stesso Perlini. Al 10 giugno sono appena 332 gli interventi partiti per un investimento complessivo di 50 milioni di euro. «L’incertezza legislativa, l’aumento dei prezzi dei materiali, la difficoltà nella gestione della procedura fino alle richieste di interventi extra Superbonus rappresentano i freni per lo sviluppo del provvedimento anche in Italia dove siamo a 1,8 miliardi di euro rispetto ai 18 miliardi previsti con una progressione ancora lenta» conferma Marco Marcatili responsabile sviluppo Nomisma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico