La Mancinelli e il rebus Regionali: «Mai candidata contro Ceriscioli»

Il sindaco Mancinelli e il governatore Ceriscioli
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ANCONA - «Il modello Ancona si può anche esportare in Regione. Io candidata? Mai contro il presidente uscente espresso dalla mia coalizione. E io sosterrò il candidato che deciderà la coalizione di centrosinistra. Anche perché andare dagli elettori dicendo che chi l’ha preceduto ha fatto un disastro avrebbe l’effetto di far cambiare subito posizione a quell’elettore». Il sindaco Valeria Mancinelli, eletta come miglior sindaco del mondo nel 2018, ha affrontato il rebus Regionali nel corso del dialogo con Maurizio Socci al Ridotto delle Muse dove ha presentato il suo libro “I principi del buongoverno”. In prima fila tutta la Giunta e anche l’ex assessore Urbinati, numerosi capigruppo, l’ex deputato (e candidato alle Regionali in pectore) Lodolini, il consigliere regionale Giancarli, l’ex sindaco Sturani e numerosi testimonial delle sue campagne elettorali.


Assemblea nazionale Cna, la sindaca Mancinelli gela il premier Conte: «Come va? Bene nonostante voi»

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Oltre un’ora di dialogo sui principi del buongoverno tra capisaldi della sua attività, aneddoti estrapolati dalle assemblee cittadine (tra cui il pressing «per allontanare il Banana che aveva occupato una delle case di via Marchetti»). Fino alla scelta in momenti particolari degli assessori. «La Simonella l’ho contattata mentre si trovava a Medjugorje...Una sorta di chiamata» ha ricordato la Mancinelli. Scelta dell’esecutivo senza farsi strattonare dai partiti, uno dei capisaldi della sua scelta di candidarsi a sindaco. «Anzi, prima mi sono candidata alle Primarie del partito e l’ho fatta qui al Ridotto delle Muse il 18 gennaio 2013». Da lì è partita la sua sfida in «una città che aveva dato di sè una pessima immagine con l’implosione di due Giunte» ha ricordato, non senza fervore, la Mancinelli. E la sua tesi che «si può fare politica e governare senza demagogia è stata confermata dalla realtà. Un modello Ancona che può contaminare l’Italia e si può esportare anche in Regione». 


E quindi si candida a governatore? «Io non mi candido contro il presidente uscente espresso dalla mia coalizione politica. Non mi sarei candidata neanche se lui (Ceriscioli, ndr) avesse chiesto le Primarie. E sosterrò il candidato che la coalizione di centrosinistra deciderà. Ma serve subito la coalizione e un programma di governo in 5 punti e poi il candidato da scegliere al più presto. Perché deve essere chiaro il fare che cosa e con chi». Inevitabile lo sguardo all’Umbria. «All’improvviso Pd e M5s si sono uniti. Ma per fare cosa? Ai cittadini vanno date risposte se si possono dare oppure dire se una cosa è impossibile. Così come bisogna capire le loro paure e dare risposte. Fare il sindaco mi piace ma è una fatica della Madonna. Bisogna essere credibili - sottolinea più volte il sindaco - Il M5s aveva detto di aver cancellato la povertà con un decreto, ma la povertà è ancora lì». Così come per il sindaco bisogna essere «credibili e dire la verità. Io provo gusto nel dire la verità. E se serve sono anche scorbutica». Come nella fredda accoglienza del premier Conte («Come va? Bene, nonostante voi» ha esclamato la Mancinelli prima dell’assemblea nazionale Cna). «Ma se esser scorbutica vuol dire risolvere il problema dell’uscita dal porto, allora ben venga» ha concluso la Mancinelli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico