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ANCONA - Irene Ciaffoncini, 31 anni, consigliere comunale a Urbania, è stata eletta dall’assemblea regionale di Anci Giovani Marche a coordinatrice regionale. Un impegno importante in un momento storico dove i giovani sembrano avere abbandonato la politica.
«Purtroppo questa è una amara constatazione, anche se nell’ultima assemblea Anci c’erano tanti amministratori under 35 marchigiani. Non vorrei esagerare, ma eravamo una cinquantina».
Una base di partenza, ma la realtà è che nei piccoli Comuni si fa sempre più fatica a trovare aspiranti sindaci o consiglieri. Perché?
«Io credo sia un po’ come il cane che si morde la coda. Se i giovani non si dedicano alla politica, la politica non si occuperà più dei giovani.
Dunque?
«Bisogna ritrovare l’entusiasmo della partecipazione all’attività amministrativa. Ma allo stesso tempo bisogna anche trasmettere stimoli alle nuove generazioni».
Da dove cominciare?
«È questo il punto. La mia esperienza per esempio parte da un interesse personale che ho coltivato nel tempo, partecipando anche ad incontri e ad attività associative. Perchè per me era ed è importante fare qualcosa per la realtà in cui vivo».
C’è riuscita?
«Sì, con soddisfazione. Il mio impegno da amministratore ha superato ormai gli otto anni e posso dire di avere contribuito nel mio piccolo allo sviluppo del Comune».
Cosa farà adesso che è diventata coordinatore Anci giovani?
«Ho già diverse idee in mente da sviluppare e ne parlerò durante il primo coordinamento. Mi piacerebbe che tutti i nostri incontri fossero aperti a tutti coloro che vogliono parteciparvi».
Un modo per far aprire nuovi orizzonti al di là dell’appartenenza politica?
«Esatto. È importante definire nuovi programmi che coinvolgano anche le scuole».
E sotto il profilo strettamente amministrativo quale sarà il suo impegno concreto?
«Quello sulla progettazione dei bandi legati al Pnrr. Purtroppo accade che i piccoli Comuni non hanno risorse, nè umane nè economiche, per partecipare a tutte le grandi opportunità che si aprono con il Piano nazionale. Vorrei riuscire ad abbattere questo muro per arrivare a strutturare nuove professionalità a supporto delle amministrazioni».
Altro tema?
«Il Next Generation Eu, il fondo per la ripresa, che punta a rilanciare l’economia affossata dalla crisi pandemica è un’opportunità per costruire il paese della prossima generazione, quella dei giovani che chiedono a gran voce di essere coinvolti nei processi decisionali e di essere riconosciuti soggetti attivi nella definizione e formulazione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico