Il richiamo di Sturani dopo la doccia fredda: «Stop agli orticelli. Riunire i talenti in un’unica squadra»

Il richiamo di Sturani dopo la doccia fredda: «Stop agli orticelli. Riunire i talenti in un’unica squadra»
ANCONA - Sfumato il sogno di Capitale della cultura, il capoluogo cerca il riscatto. Politica, sport, infrastrutture, economia e svago: cinque capitoli per il...

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ANCONA - Sfumato il sogno di Capitale della cultura, il capoluogo cerca il riscatto. Politica, sport, infrastrutture, economia e svago: cinque capitoli per il rilancio. La città vale più di come appare, deve trovare la via per crescere.

Fabio Sturani, ex sindaco di Ancona e segretario nazionale della FederAtletica: perché il capoluogo è sparito dalla mappa degli sport di squadra di vertice? 
«Di sicuro il problema non è legato alle infrastrutture: oggi la città è dotata di una buona impiantistica sia per l’attività di base sia per quella agonistica». 

 

E allora qual è il punto? 
«Da un lato, c’è una carenza atavica di sponsor che possano contribuire alla crescita di una società, fatte salve alcune rare eccezioni. D’altronde, Ancona è una città di servizi senza grandi realtà industriali e quelle esistenti sono così potenti che investono altrove. Ma poi c’è un altro aspetto fondamentale che penalizza lo sport locale». 
Quale? 
«Manca un’idea di rete. Ad Ancona da sempre prevale una logica individualista: ogni società guarda al proprio orticello, invece andrebbe trovata una sintesi più ampia per costruire una squadra di vertice nelle varie discipline». 
Come riuscirci? 
«La strada è una sola: collaborazione tra i settori giovanili, in modo da far convergere i talenti in un unico club rappresentativo della città. Il ragionamento coinvolge l’area urbana della provincia, tenendo conto di un dato: negli ultimi 20 anni la popolazione giovanile si è ridotta del 20% e sono aumentate le discipline sportive. Dunque c’è meno capitale umano e maggiore dispersione. Va detto che ci sono realtà positive, come la Luciana Mosconi nel basket, che stanno dando il buon esempio». 
C’era una volta l’Ancona in serie A. 


«Sono passati tanti anni, il mondo è cambiato. Si sono perse molte occasioni per guerre tra cordate. La risalita è dura, ma va dato merito a chi ci sta provando. Certo, fa male essere l’unico capoluogo di regione senza una squadra di calcio professionistica». 

 

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Corriere Adriatico