Ancona, Bisonni prosciolto da accuse attacca i 5 Stelle: «Sono un bluff»

Sandro Bisonni
ANCONA – Prosciolto dalle accuse su abusi di permessi lavorativi per assistere parenti disabili, Sandro Bisonni si toglie sassolini dalle scarpe nei confronti del Movimento...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA – Prosciolto dalle accuse su abusi di permessi lavorativi per assistere parenti disabili, Sandro Bisonni si toglie sassolini dalle scarpe nei confronti del Movimento 5 Stelle.

Il consigliere regionale delle Marche Sandro Bisonni (gruppo misto) esce dall'inchiesta sui permessi ex legge n. 104 e spara a zero contro il Movimento 5 stelle, con cui fu eletto alle regionali del 2015, e da cui è uscito: «credo che sia uno dei più grandi bluff della politica italiana». La posizione di Bisonni, insegnante, indagato perché avrebbe partecipato ad una manifestazione elettorale, mentre usufruiva di un permesso per assistere il padre malato, è stata archiviata, mentre la Procura di Macerata ha chiesto il rinvio a giudizio di altri due indagati. «Durante la campagna elettorale - attacca Bisonni in una nota - ignobili personaggi del Movimento 5 stelle hanno iniziato a diffondere menzogne e diffamazioni sul mio conto per non farmi eleggere. Nonostante questo, sono stato eletto da persone che mi stimavano e mi apprezzavano. Delusi da questo successo - aggiunge - gli strateghi del Movimento, che volevano altri al posto mio in Consiglio regionale, hanno cercato appoggi in cerchie altolocate del partito minando la mia onorabilità pur di eliminarmi politicamente». «Il fantomatico staff del Movimento 5 stelle, che recentemente si scopre garantista come nelle vicende romane - insiste -, nel mio caso, nonostante avessi fornito ogni chiarimento, aprì un procedimento di espulsione con una semplice e mail nemmeno firmata. Visto il trattamento ricevuto e decadute le minime garanzie democratiche, preferii abbandonare quello che ormai appariva un partito senza regole e democrazia».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico