Marche, ambientalisti all'attacco: «Le nostre vette non diventino un luna park per sciatori. No opere sotto i 1600 metri»

Marche, ambientalisti all'attacco: «Le nostre vette non diventino un luna park per sciatori. No opere sotto i 1600 metri». Foto generica di Bolognola
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ANCONA L’arrivo, adesso, della neve non fa inverno. Lo sostiene l’associazione ambientalistaLupus in Fabula” che ricorda come «gennaio 2023 sia stato il mese più caldo di sempre, anche in montagna, e non saranno alcune nevicate a salvare gli impianti di sci da discesa nell’Appennino, soprattutto quelli a quote pari o inferiori a 1400 metri sul livello del mare.  La temperatura è cresciuta troppo e la neve, anche quando scende, dura meno perché le nevicate sono meno frequenti e spesso sono seguite da repentini aumenti di temperature che rendono inutili anche i cannoni per la neve artificiale». Una lettura del fenomeno che spinge gli ambientalisti ad incalzare le istituzioni in merito alle scelte da adottare per lo sviluppo della montagna: «Prima si prenderà coscienza della situazione, prima si potrà ricorrere ad un modello economico e turistico non basato sulla mono cultura dello sci da discesa».

«Contrari ai finanziamenti»

Ma gli attivisti si spingono oltre: «Siamo contrari a qualsiasi nuovo finanziamento o nuova opera per impianti sotto i 1600 metri di quota e ci batteremo perché la montagna non sia più un luna park, ma torni ad essere il regno della natura dove si possa praticare un turismo lento e leggero (trekking, sci, alpinismo, bicicletta) e si eserciti una vera economia sostenibile centrata sulla conservazione della ricchezza dell’ecosistema». Infine, ricordano che «mentre in altri paesi europei come Svizzera, Austria e Germania, già stanno riconvertendo le stazioni sciistiche a bassa quota, nella regione Marche si continua a destinare soldi pubblici ad ammodernamenti, ampliamenti, potenziamenti di impianti». Non ultimo, il maxi progetto per il rilancio e la valorizzazione del comprensorio di Sarnano, con una spesa di 36 milioni di euro. Le risorse per gli interventi sono divise divisa tra il settore pubblico (29 milioni di euro erogati dal Ministero per mezzo del Pnrr Sismi 2009-2016 Fondo Complementare) ed il settore privato (7 milioni di euro dalla Sassotetto Srl).

 

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Corriere Adriatico