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ANCONA - L’incredibile vicenda che ha portato a perdere un treno importantissimo per le Marche, produrrà una reazione a catena inevitabile. L’addio di Amazon all’Interporto potrà essere in parte ricucito solo con la speranza di un rinvio del progetto e non un abbandono totale dell’operazione. Magra consolazione, che porta le Marche ancora una volta a spostare l’orizzonte un po’ più in là, senza mai cogliere al volo le occasioni e vivendo, alla fine, di rimpianti. Ma cosa è cosa è accaduto da nove mesi a questa parte in via della Coppetella a Jesi? Ricostruiamo i passaggi.
La scorsa estate Scannell manifesta il proprio interesse all’investimento nell’area e assieme a Dpa (gruppo di logistica anconetano che per primo aveva firmato un accordo - poi sfumato - nel 2020 per la cessione dei diritti edificatori) presenta una proposta di variante al Comune di Jesi.
Le controparti
Al tempo stesso tra Scannell ed Interporto si procede alla definizione dell’accordo per la cessione dell’area. Definizione non semplice, che dilata il raggiungimento del punto d’incontro fino al mese di gennaio. Gennaio per Scannell era considerato il mese X, oltre il quale non si poteva andare per rispettare l’impegno con Amazon e realizzare il centro logistico entro luglio 2023. E proprio in questo mese l’operazione sembra avere preso la strada giusta, a tal punto che Scannell inizia i lavori nell’area interessata, avendo già l’assenso degli altri proprietari di terra (una quarantina circa). Recinta il perimetro e l’impresa Techbau inizia il carotaggio per le analisi del suolo, la rimozione della rete Snam e successivamente i movimenti del terreno propedeutici all’insediamento produttivo. Con un impegno economico di circa due milioni di euro ed in attesa delle autorizzazioni che, nel frattempo stavano, facendo il proprio regolare percorso ma con l’ottimismo del risultato positivo. Come in effetti è stato.
L’improvviso stop
Sembrava, insomma, che nulla ostasse e invece tra febbraio e marzo le ruspe si fermano. All’improvviso. Interporto e Scannell prendono le distanze sul contratto su cui mettere la firma: il presidente Carpinelli trova la motivazione del fatto che lo sviluppatore non avrebbe intenzione di siglare un patto di compravendita tale da blindare legalmente l’operazione di Interporto. Scannell invece al momento decide di non fornire la sua versione ma nel giro di pochi giorni farà sapere cosa ha deciso. A questo punto la domanda è lecita: cosa è accaduto a febbraio da far indurre lo sviluppatore a bloccare i lavori, rischiando di far saltare lo sbarco di Amazon nelle Marche e perdendo anche i soldi già investiti preliminarmente? La risposta arriverà probabilmente quando verrà messa la parola fine all’operazione. Ma gli strascichi di questa occasione perduta non si quieteranno dall’oggi al domani. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico