Caduta fatale nel burrone a Fiastra, l’appello della compagna della guida escursionistica: «Vogliamo giustizia, Michele non era un uomo imprudente»

Caduta fatale nel burrone a Fiastra, l’appello della compagna della guida escursionistica
MACERATA Finirà oggi all’attenzione del Gip la vicenda della morte del giornalista e guida escursionistica Michele Sensini, precipitato con la bici per 50 metri, in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MACERATA Finirà oggi all’attenzione del Gip la vicenda della morte del giornalista e guida escursionistica Michele Sensini, precipitato con la bici per 50 metri, in un burrone accanto ad un sentiero che conduceva alle gole del Fiastrone. La tragedia avvenne il 28 giugno 2022 ed è indagato per omicidio colposo Sauro Scaficchia, sindaco di Fiastra, che aveva firmato un’ordinanza per la riapertura del sentiero. Il Pm Enrico Riccioni ha chiesto l’archiviazione dell’indagine a carico del primo cittadino ma la famiglia Sensini ha presentato opposizione. La parola dunque passa ora al Gip. 

Con un lungo post sul suo profilo Facebook, Michela D’Andrea, compagna di Michele Sensini, chiede che sia fatta giustizia: «Imploro ci sia data la possibilità di avere giustizia, che sia fatta chiarezza sulla morte così prematura, imprevista e devastante del mio compagno Michele Sensini. Il dolore della perdita di una persona speciale come Michele non ci lascerà mai, era un compagno premuroso, un padre meraviglioso, un fratello attento e un amico sempre presente. Michele era più di quello che si scrive nelle carte, suonerà banale, ma qui, in questo momento, per quanto accaduto, è invece fondamentale e di vitale importanza. Non era un uomo imprudente: la cosa che lo rendeva più felice era tornare a casa da suo figlio». Poi aggiunge: «Io chiedo sia fatta giustizia, che ci sia data la possibilità di iniziare un processo dove, con accuratezza, vengano accertati i fatti. Vorrei che fosse dimostrato che Michele non è stato imprudente, come si vuole far credere, vorrei che mio figlio crescesse sereno per quanto possibile, con la verità negli occhi e nella mente e non il dubbio, neanche il più piccolo; che imparasse dunque da subito il significato di giustizia».

 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico