Visso, catturato un lupo e applicato un collare per il monitoraggio satellitare

Visso, catturato un lupo e applicato un collare per il monitoraggio satellitare
VISSO - Lo scorso 26 novembre il gruppo di intervento faunistico del Parco Nazionale dei monti Sibillini ha catturato un esemplare di lupo – un bel maschio di un anno e mezzo di...

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VISSO - Lo scorso 26 novembre il gruppo di intervento faunistico del Parco Nazionale dei monti Sibillini ha catturato un esemplare di lupo – un bel maschio di un anno e mezzo di età - a cui è stato applicato un sofisticato collare satellitare che consentirà di localizzare esattamente l'animale e seguirne gli spostamenti direttamente su google maps. Le operazioni si sono svolte in attuazione del progetto wolfnet2.0 finanziato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nell'ambito della direttiva "biodiversità". I dati saranno di fondamentale importanza per conoscere le abitudini dell'animale e del gruppo familiare a cui è legato. Ciò consentirà di migliorare le azioni di gestione e conservazione di questo grande carnivoro, tutelato a livello comunitario ma per il quale si registra tuttora una rilevante mortalità a causa di bracconaggio e investimenti stradali. Il progetto migliorerà anche le azioni di prevenzione dei danni al bestiame domestico, contribuendo così a favorire un buon rapporto con gli allevatori. La cattura è avvenuta intorno all'alba nel territorio di Visso, nell'alta valle del Nera, mediante un dispositivo di cattura denominato "laccio al piede Fremont".

Considerata la bassa densità del lupo e la sua notevole capacità di spostamento, la cattura ha richiesto una paziente attesa che si è protratta per alcune decine di giornate. Una volta scattata la trappola un sistema automatico di allerta - appositamente predisposto dall'informatico del Parco Franco Tassi - ha avvisato il gruppo di intervento faunistico che si è recato immediatamente sul sito di cattura. L'animale è stato quindi addormentato mediante fucile narcotizzante, è stato sottoposto ai controlli biologici e sanitari e alla marcatura mediante applicazione di microchip e radiocollare satellitare e dopo alcune ore è stato rimesso in libertà nello stesso sito di cattura. Il lupo è stato chiamato Nahar, antico nome del fiume Nera.

Il gruppo di intervento faunistico è costituito dai tecnici del Parco Alessandro Rossetti, Paolo Salvi e il veterinario Federico Morandi, integrato dai faunisti Paolo Forconi e Massimo Dell'Orso, nonché da alcuni agenti, con referente Giovanni Bucciarelli, del Corpo Forestale dello Stato - coordinamento per l'ambiente di Visso - coordinato da Roberto Nardi. Il progetto wolfnet2.0 è attuato in collaborazione con tutti i Parchi nazionali dell'Appennino Centrale e Settentrionale e, per il Parco dei Sibillini, prevede attività di monitoraggio con diverse tecniche, di comunicazione e sensibilizzazione, l'applicazione di radiocollari satellitari ad altri due lupi ed indagini genetiche condotte dall'Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (ISPRA). La popolazione di lupo nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e zone circostanti (circa 1.200 kmq), secondo i dati aggiornati al 2015, conta circa 45 individui, distribuiti in 13 gruppi familiari. La specie ha rischiato l'estinzione in Italia intorno agli anni '70 ma negli ultimi decenni la popolazione è aumentata riconquistando territori da cui era scomparso, come le Alpi. E' importante ribadire che il lupo è innocuo per l'uomo e che non sono mai stati effettuati interventi di reintroduzione o ripopolamento di questa specie in Italia, essendo la sua diffusione riconducibile alle sue buone capacità riproduttive e adattative, alle norme di tutela, alla naturalizzazione degli ambienti montani e collinari e all'incremento delle sue prede naturali, tra tutti il cinghiale, il capriolo e il cervo. Il Presidente del Parco Oliviero Olivieri e il Direttore Franco Perco esprimono grande soddisfazione per il successo di questa delicata operazione, auspicando che questo progetto possa favorire una conoscenza più approfondita della specie, contribuendo a migliorare il rapporto tra uomo e lupo e a sfatare false credenze che purtroppo ancora avvolgono questo animale, simbolo dell'Appennino e della natura selvaggia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico