Turista travolto da una frana in Grecia. La moglie: «Soccorsi in ritardo, pronta a denunciare»

La coppia con i figli
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RECANATI - Un vacanza da incubo quella capitata a Chiara Panicari, recanatese residente a Vimodrone, nel milanese, e alla sua famiglia. La 40enne, giovedì 28 luglio, era in vacanza in Grecia e si stava godendo il sole e il mare della spiaggia di Myrtos insieme a suo marito Marco Fiorini, 46enne ligure, e ai loro tre bambini.


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D’improvviso, mentre l’uomo stava guardando una grotta con i due figli più piccoli, dei massi rotolano giù dalla parete rocciosa e colpiscono il 46enne in testa provocandogli una brutta ferita. 
La donna, che era in acqua con il figlio maggiore, accorre subito in soccorso del marito e grazie all’aiuto di alcuni bagnanti riesce a tamponare la ferita del 46enne in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Ecco, soccorsi che però impiegano tantissimo tempo ad arrivare.

 
«Inizialmente mi avevano detto che avrei dovuto portare mio marito sul ciglio della strada, poi mi hanno detto di fermarmi – racconta la donna -. La prima ambulanza che è arrivata era piena e non poteva portare in ospedale mio marito e quindi abbiamo dovuto attendere la seconda che è arrivata dopo tantissimo tempo». Fiorini a quel punto viene trasferito all’ospedale di Argostoli e qui la 40enne recanatese si trova davanti a uno scenario a dir poco preoccupante. «Nessuno sembrava sapere cosa fare e non c’era un mezzo per trasferire mio marito all’ospedale di Patrasso, dato che lì non c’era un chirurgo che lo potesse operare, dove poi è arrivato grazie a un aereo militare – racconta -. In ospedale ha rischiato di morire a causa di una crisi epilettica ed è stato subito messo in coma farmacologico. Siamo in Europa? Non credo sia normale una gestione dell’emergenza come quella che abbiamo sperimentato noi considerando anche il fatto che la caduta dei massi, in quella zona, mi è stato riferito che è all’ordine del giorno e che l’indomani nulla era stato transennato e anzi c’erano dei bagnanti proprio lì sotto». La 40enne di Recanati è stata supportata in questa disavventura dal console di Cefalonia. «La sera stessa dell’accaduto ha tenuto i miei figli e li ha fatti dormire con lei per poi riportarli a casa con un volo e tornare indietro – spiega la donna -. Mi ha trovato un interprete per poter sporgere denuncia, dato che dopo la mia prima deposizione mi volevano anche far firmare un foglio scritto in greco di cui non conoscevo affatto il contenuto, e mi ha supportato costantemente. Mi domando come sia possibile che accadano cose del genere e che in una località piena di turisti le emergenze vengono gestite così». 

Il marito della 40enne si trova ora ricoverato a Patrasso e ha subito un’operazione alla testa. «Dopo lunghe ore di attesa Marco si è svegliato, muove gli arti e mi ha riconosciuta e questo è un grande sollievo. Ma se penso a ciò che è accaduto e al fatto che i miei tre bambini avrebbero potuto perdere il padre per una mala gestione dell’emergenza la rabbia è davvero tanta: andrò fino in fondo a questa storia perché è giusto che le persone sappiano cosa accade lì». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico