Paga il Rolex con un assegno contraffatto, condannato un 37enne. Era accusato di truffa e sostituzione di persona

Un'aula del tribunale
TREIA  - Aveva messo in vendita un Rolex Datona 6263 Big Red da 75mila euro ma era stato, secondo l’accusa, truffato dall’acquirente con un assegno contraffatto,...

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TREIA  - Aveva messo in vendita un Rolex Datona 6263 Big Red da 75mila euro ma era stato, secondo l’accusa, truffato dall’acquirente con un assegno contraffatto, condannato un napoletano di 37 anni accusato di truffa e sostituzione di persona. Ieri il giudice Vittoria Lupi ha condannato Giovanni Marigliano a un anno e 600 euro di multa, il magistrato non ha previsto una provvisionale ma sarà il giudice civile a quantificare il risarcimento del danno.

 

 


«Ci aspettavamo una provvisionale – ha commentato l’avvocato di parte civile Paolo Carnevali –, comunque la giustizia ha fatto il suo corso anche celermente, con due udienze siamo arrivati alla discussione e alla sentenza, il problema è che sarà difficile recuperare il valore dell’orologio. È stato bravissimo il maresciallo di Treia Paolo Caldarola che aveva intuito il tipo di truffa arrivando a individuare il responsabile». I fatti contestati a Marigliano risalgono all’11 settembre del 2018 quando, secondo l’accusa, usando un altro nome avrebbe contattato un uomo di Treia che su un sito aveva messo l’annuncio di vendita del prezioso orologio. Marigliano avrebbe chiesto al proprietario del Rolex dove si sarebbero potuti incontrare per concludere l’affare per poi inviargli su Whatsapp la foto di un assegno per l’importo di 75.000 euro. Lo stesso giorno i due si erano incontrati ed erano andati in filiale dove il cassiere aveva chiamato la banca per controllare la copertura dell’assegno. Ricevuta la risposta affermativa era avvenuto lo scambio: il napoletano aveva consegnato l’assegno ottenendo in cambio il Rolex Daytona. In realtà l’assegno era contraffatto, la vittima lo aveva scoperto quando aveva provato ad incassarlo. Nella scorsa udienza era stato Caldarola, il comandante della Stazione di Treia, a spiegare cosa era accaduto: al momento della telefonata un complice si era agganciato alla linea telefonica e aveva intercettato la chiamata rispondendo per conto della banca. Il maresciallo, che in quel periodo aveva visto un servizio de Le Iene proprio su questo genere di frodi, aveva quindi capito il tipo di truffa effettuato.

 

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Corriere Adriatico