Treia città accogliente: il Comune apre le porte a un giovane reduce dal viaggio della speranza

Treia città accogliente: il Comune apre le porte a un giovane reduce dal viaggio della speranza
TREIA  Anche il Comune di Treia ha risposto presente all’appello della Prefettura per l’affidamento temporaneo di uno dei cinque minorenni arrivati con la nave...

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TREIA  Anche il Comune di Treia ha risposto presente all’appello della Prefettura per l’affidamento temporaneo di uno dei cinque minorenni arrivati con la nave Ong Humanity 1 al porto di Ancona (non accompagnati) e assegnati a Macerata. Si tratta di un sedicenne proveniente dalla Libia, sbarcato a Ferragosto dopo aver affrontato un “viaggio della speranza” da solo, attraversando il mar Mediterraneo. L’adolescente è stato affidato a una famiglia del posto, individuata dal sindaco Franco Capponi il quale si è assicurato che sia adeguata ad assolvere alla finalità d’integrazione sociale del giovane straniero e non accompagnato. La collocazione, seppure temporanea, garantisce un luogo sicuro per il tempo necessario a reperire l’inserimento del giovane in una comunità educativa per minori che attualmente non è disponibile, da verifica dei servizi sociali.

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La risposta del Comune

Treia insieme ad altri quattro comuni della provincia ha risposto così alla richiesta avanzata dalla prefettura di Macerata: «Il giorno di Ferragosto ho ricevuto, come altri colleghi, questa richiesta e abbiamo cercato di attivarci insieme ai servizi sociali per trovare subito una sistemazione adeguata per la prima accoglienza del ragazzo - spiega il primo cittadino Franco Capponi -. Ci è sembrato doveroso rispondere a quella che era ed è una situazione di emergenza, ancora di più visto che si tratta di un minore non accompagnato. Nonostante il viaggio affrontato e tutto ciò che esso comporta, il giovane sta bene. La comunità treiese – conclude il sindaco Capponi – con questo gesto si dimostra ancora una volta accogliente e inclusiva. Sarà nostra premura essere vicino a questo ragazzo, che si trova lontano da casa e dalla famiglia, offrendo la giusta ospitalità nell’attesa di definire il percorso più adeguato di tutela, insieme alla prefettura».

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Corriere Adriatico