TOLENTINO - Dopo essere stato lasciato aveva distribuito per mezza Tolentino volantini raffiguranti natiche e l’organo sessuale femminile e la scritta “Milf –...
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I fatti, che gli sono costati le accuse di stalking, diffamazione e appropriazione indebita, risalgono al 2017 quando la donna, molto più giovane di lui e residente in un comune dell’entroterra, aveva deciso di lasciarlo. Il 58enne però, la prese tutt’altro che bene. Iniziò a perseguitarla insultandola pesantemente sia di persona sia con messaggi su Whatsapp. A ottobre e a novembre di quell’anno il tolentinate raggiunse l’abitazione di lei e una volta tranciò i fili dell’impianto dell’aria condizionata, un’altra riempì di colla le serrature delle porte portando anche via dall’abitazione una Tv da 24 pollici, una radiosveglia e un mobiletto porta computer.
A metà novembre l’ultima incursione con vernice nera al seguito. Il 58enne, infatti, sulle pareti esterne della casa di lei disegnò un fallo e la scritta “Milf”. Ma neanche questo, per il tolentinate, sarebbe stato sufficiente ad appagare il proprio astio nei confronti della ex. Sempre secondo quanto ricostruito dalla magistratura inquirente nel corso delle indagini preliminari avviate a seguito della denuncia della donna, il cinquantottenne si sarebbe messo davanti al computer, avrebbe preso una foto di nudo femminile e avrebbe scritto sopra un nickname con il nome abbreviato della ex, le ultime due cifre dell’anno di nascita e l’iniziale del cognome, aggiungendo l’invito a contattarla per un appuntamento e i numeri di telefono della donna. Una volta stampati i volantini li avrebbe distribuiti per la città di Tolentino, facendola così passare per una prostituta.
Ma di quei volantini ne venne a conoscenza anche la ex compagna che già aveva avuto modo di vedere, al suo rientro a casa, il volgare imbrattamento. A quel punto era scattata la denuncia a cui ha fatto seguito il processo. Ieri, dunque, la condanna decisa dal giudice Marika Vecchiarino. Il 58enne era difeso dall’avvocato Francesco Perfetti, mentre la donna era parte civile con l’avvocato Bianca Verrillo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico