Medico bloccato per giorni in Giordania rientra a casa. «Ce l’ho fatta a tornare, era ora»

Il dottore Nabil Alashkar insieme alla moglie
TOLENTINO - Oggi torna al lavoro il medico Nabil Alashkar, rientrato a casa, a Caldarola, con la moglie Lella Chiola dalla Giordania dopo aver mobilitato il territorio. Il...

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TOLENTINO - Oggi torna al lavoro il medico Nabil Alashkar, rientrato a casa, a Caldarola, con la moglie Lella Chiola dalla Giordania dopo aver mobilitato il territorio. Il medico, originario della Giordania e che da 41 anni vive in Italia, ha fatto di tutto per rientrare, per essere al fianco dei suoi colleghi in modo da far fronte all’emergenza coronavirus. 

Stamattina Nabil Alashkar, che lavora anche alle Terme Santa Lucia di Tolentino, è nel suo ambulatorio a Caldarola. L’uomo, insieme alla moglie, originaria di Montesilvano in provincia di Pescara, lo scorso 24 febbraio era partito alla volta della Giordania per andare a trovare i parenti, ma poi non è riuscito più a tornare in Italia a causa del severo lockdown adottato dal paese straniero. E’ riuscito a tornare martedì.
«Siamo partiti per la Giordania – racconta il medico di Caldarola - per riabbracciare la mia famiglia. Quando abbiamo lasciato Caldarola c’era il primo caso di Codogno, mentre in Giordania il primo positivo è stato scoperto all’inizio di marzo ed è un uomo che era stato in vacanza a Milano. Il 26 febbraio è stato chiuso l’aeroporto di Amman. Verso il 4 marzo ci siamo subito mobilitati per prenotare diversi voli, ma purtroppo non siamo riusciti a prenderne neanche uno perché pian piano si chiudevano tutte le frontiere dei paesi europei. E dato che l’aeroporto di Amman verrà riaperto a giugno abbiamo iniziato a lanciare degli appelli. Alla fine siamo riusciti a partire con un volo organizzato dalla Farnesina con il Ministero degli esteri in accordo con l’Ambasciata italiana in Giordania. Lo Stato giordano ha così permesso il volo per poterci far rientrare insieme ad altri 60 italiani, nonché alcuni francesi».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico