Monastero delle Carmelitane scalze danneggiato dal sisma, cominciati i lavori per la demolizione

Il monastero delle Carmelitane scalze
TOLENTINO - Hanno preso il via i lavori di demolizione del monastero “Santa Teresa” delle Carmelitane scalze di Tolentino, in via del Carmelo. Al posto...

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TOLENTINO - Hanno preso il via i lavori di demolizione del monastero “Santa Teresa” delle Carmelitane scalze di Tolentino, in via del Carmelo. Al posto dell’edificio sarà realizzata una struttura in legno che dovrebbe essere pronta entro la fine di luglio del prossimo anno. Una volta pronto il nuovo monastero le monache potranno ritornare, finalmente, in città. C’era tanta attesa per l’avvio dell’intervento; le monache infatti non vedono l’ora di ritornare a vivere a Tolentino. 

 
Il progetto prevede la demolizione dell’attuale monastero, fortemente danneggiato dal sisma, al posto del quale sorgerà una nuova struttura prefabbricata in legno. Dopo il terremoto del 2016, a causa dell’inagibilità del monastero “Santa Teresa” e della chiesa di via del Carmelo, le monache hanno dovuto lasciare la città per andare a vivere altrove. Subito dopo le scosse del 30 ottobre si sono trasferite in un convento di Fano e da qualche anno vivono in una casa di accoglienza per giovani a Cascia, in una struttura messa loro a disposizione dalle monache agostiniane. Le Carmelitane scalze di Tolentino però vogliono rientrare in città. Recentemente hanno anche avuto la proposta di trasferirsi a Roma, ma hanno rifiutato perché vogliono tornare nella città del Maceratese.

Le Carmelitane scalze di Tolentino hanno tra i loro obiettivi quello di ricominciare a svolgere le varie attività, tra le quali quella di produzione delle ostie che fornivano a tutte le parrocchie di Tolentino. Attività che dal 2016 non possono più portare avanti dato che i macchinari sono tutti rimasti nel monastero inagibile e che ora sono stati trasferiti nei container davanti alla recinzione della struttura. Da quando vivono a Cascia, comunque, sono giunte spesso a Tolentino. Negli ultimi tempi alcune monache sono state in città per “svuotare” il monastero. Per le operazioni di trasloco hanno usufruito della casa del custode, che non è stata danneggiata dal terremoto. I mobili e gli arredi sono stati accatastati nei diversi container messi a loro disposizione.
 

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Corriere Adriatico