"Prendo la pistola e ti sparo" ​Minaccia choc alla ex

"Prendo la pistola e ti sparo" ​Minaccia choc alla ex
TOLENTINO - “Prendo la pistola a casa e ti sparo”. Aveva minacciato così in un'occasione, un trentottenne di Tolentino la propria ex. ...

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TOLENTINO - “Prendo la pistola a casa e ti sparo”. Aveva minacciato così in un'occasione, un trentottenne di Tolentino la propria ex.


A raccontarlo ieri in aula davanti al giudice Ilaria Pia Maria Maupoil e al pubblico ministero onorario Francesca D'Arienzo, è stata proprio la donna che ora è parte civile nel processo a carico del suo ex accusato di stalking. Ieri la donna, che lavora come commessa in un negozio di Tolentino, ha riferito alcuni degli episodi che l'avevano portata a denunciare l'uomo.



Al giudice la donna - tutelata dall'avvocato Marco Romagnoli - ha raccontato che da quando aveva interrotto la relazione col trentottenne, da cui aveva avuto un figlio, lui aveva iniziato a perseguitarla con telefonate e appostamenti. Non l'avrebbe mai picchiata, solo in un'occasione, al culmine di un litigio l'avrebbe presa per i capelli. In aula la donna ha riferito anche che non riusciva più ad uscire tranquillamente perché aveva paura. Una volta si erano incontrati per strada, avevano litigato e lui le aveva detto: “Prendo la pistola a casa e ti sparo”.



Una delle amiche della donna lo aveva registrato con il cellulare e lui avrebbe ripetuto nuovamente la frase. In un'altra occasione, il trentottenne sarebbe andato sotto casa della commessa. Erano dovuti intervenire i militari e con loro l'uomo si sarebbe giustificato dicendo che voleva solo rivedere il figlio. Rispondendo anche alle domande poste dall'avvocato della difesa, Sergio Ariozzi, la donna avrebbe riferito che in un'occasione lei era andata a casa dell'uomo.



Nel corso dell'udienza il legale Ariozzi ha prodotto anche alcune foto che lei avrebbe mandato sul cellulare dell'ex compagno. Al termine della testimonianza della donna il giudice Maupoil ha rinviato l'udienza al prossimo 30 ottobre per sentire altri testimoni dell'accusa: la sorella della presunta vittima di stalking e un carabiniere.



Secondo la ricostruzione della difesa i tentativi di avvicinamento alla ex fatti dal tolentinate erano finalizzati a vedere il figlio. Non ci sarebbero state aggressioni fisiche, ma le violenze sarebbero state esclusivamente verbali. Il cruccio dell'uomo, per la difesa, erano le condizioni del figlio.



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