Maxi incendio alla sede del Cosmari, il direttore generale Giampaoli assolto da tutte le accuse

L'incendio del 2015
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TOLENTINO - Rogo al Cosmari, direttore assolto da tutte le accuse. Si è chiuso così, ieri, il processo a carico di Giuseppe Giampaoli, di 69 anni. Tre le contestazioni che gli venivano mosse tra cui, appunto quella di incendio colposo. Il rogo è quello che divampò la notte tra l’8 e il 9 luglio del 2015 nel sito in località Piane del Chienti a Tolentino. L’inferno di fiamme e fumo si scatenò verso l’1.15, dal Cosmari si sollevò una colonna di fumo nero che preoccupò non poco i residenti nelle zone limitrofe. 

 

 


Nel giro di mezz’ora le lingue di fuoco raggiunsero un’altezza di dieci metri avvolgendo e bruciando il capannone dove venivano conferiti plastica e carta. Nel rogo andò distrutto l’impianto di stoccaggio e separazione di plastica e cartone del valore di circa quattro milioni di euro. Quella notte sul posto intervennero cinque mezzi dei vigili del fuoco e 36 unità da Tolentino, Macerata, Camerino e Civitanova, con loro anche una squadra di supporto arrivata da Fabriano e un’autobotte di rifornimento idrico dalla sede di Ancona. Le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza durarono giorni. Secondo la ricostruzione accusatoria il direttore del Cosmari non avrebbe garantito la sicurezza del centro di selezione rifiuti urbani da raccolta differenziata, nello specifico non avrebbe sottoposto l’impianto di rilevazione fumo e allarme incendio al periodico controllo, tanto che quando le fiamme divamparono non funzionò. Il 69enne era accusato anche di non aver organizzato in modo efficiente il personale per controllare visivamente i capannoni. Ieri la discussione. Il pubblico ministero Lorenzo Pacini aveva chiesto il non doversi procedere per i primi due capi d’imputazione per intervenuta prescrizione, aveva invece chiesto la condanna a un anno per il reato di incendio. Il giudice Daniela Bellesi ha invece assolto Giampaoli da tutte le accuse contestate con formula piena. Il direttore del Cosmari era difeso dall’avvocato Vando Scheggia.

 

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Corriere Adriatico