Tolentino, la suora: "Ero schiava dell'alcol, ​poi ho abbracciato Dio"

Suor Maria Pia Mascoli
TOLENTINO - Dall’alcol al convento. Una storia molto toccante che ha scosso i cuori di molti presenti all’evento “Storie di donne” è stata...

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TOLENTINO - Dall’alcol al convento. Una storia molto toccante che ha scosso i cuori di molti presenti all’evento “Storie di donne” è stata quella di suor Maria Pia Mascoli. Nei giorni scorsi, nel corso della serata organizzata dalla Consulta delle donne di Tolentino, la suora originaria di Roma che ora si trova alla basilica di San Nicola ha raccontato gli anni dell’adolescenza e i fatti più tristi che l’hanno fatta avvicinare a Dio.

“Vengo da una famiglia molto religiosa - ha raccontato - dove si prega prima dei pasti. Ricordo che a quindici anni presi la mia prima cotta per un ragazzo molto bello, ma con una brutta storia alle spalle, tanto che faceva uso di droghe. Pensai che io avrei potuto salvarlo portandolo in oratorio, ma il prete non mi diede il permesso e, mentre il giovane provò a rubare in un palazzo, cadde dal balcone e morì. Subito non riuscii a spiegarmi come mai Dio avesse tolto questa persona dalla mia vita, nello stesso mese in cui venne a mancare anche mio fratello. Iniziò un periodo molto brutto per me dove allontanai completamente la religione dalla mia vita e iniziai a fare uso di alcol. Un giorno però, ebbi la conversione, un momento bellissimo, di pianto e riso insieme. Ora sono io che cerco di aiutare gli altri, le persone che soffrono, alle quali non voglio dare come risposte alle loro domande le frasi fatte che la gente ripeteva a me nei momenti in cui avevo bisogno di conforto”.
Una storia emozionante che, insieme a quelle delle altre donne, è riuscita a rendere l’evento davvero interessante. La presidente della Maceratese calcio Maria Francesca Tardella, anche lei presente all'evento per raccontare la sua vita, ha invitato suor Maria Pia a raccontare la sua storia ai ragazzi della squadra. “Sono temi importanti - ha detto - che dovrebbero far capire ai ragazzi quanto sono fortunati ad amare uno sport come questo e ad evitare le strade brutte della droga e dell’alcol”.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico