OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
MACERATA - A 48 ore dal delitto della madre, Michele Quadraroli non avrebbe ancora realizzato quello che ha compiuto. Ieri mattina, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria di Montacuto fino al primo piano del palazzo di giustizia di Macerata, il 56enne settempedano avrebbe chiesto al giudice notizie dell’anziana che domenica scorsa ha ucciso con più di 10 colpi di forbici, molti dei quali inferti sul viso.
«Dove sta mamma? Come sta?» ha chiesto al gip Claudio Bonifazi. Accanto a lui per assisterlo nell’udienza di convalida dell’arresto c’era l’avvocato Laura Antonelli che Quadraroli conosce da anni. Formalmente si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha solo fornito le proprie generalità aggiungendo che lavorava come barista nel bar della mamma Maria Bianchi. «Qualcosa di quello che è accaduto domenica credo gli stia tornando in mente» ha ipotizzato il legale dopo aver visto Quadraroli piangere mentre il gip gli contestava quello che aveva fatto (ha ucciso la madre e poi ha tentato di dar fuoco al cadavere).
Dopo le contestazioni l’avvocato ha chiesto che venisse effettuata una perizia psichiatrica sul settempedano e che l’uomo venisse spostato (la misura cautelare resterà in vigore fino al 26 novembre 2023) dal carcere di Montacuto ad Ancona o in una Rems, o all’ospedale di Torrette o, in ultima ipotesi, nel carcere di Ascoli ma il gip ha rigettato entrambe le richieste.
Questa mattina all’obitorio di Macerata il medico legale Antonio Tombolini, nominato dal pubblico ministero Vincenzo Carusi, effettuerà l’autopsia sul corpo dell’84enne.
Mamma e figlio avevano litigato per la gestione del cane e l’anziana, che si sarebbe preoccupata per lo stato di salute mentale del figlio, aveva chiamato direttamente la psichiatra. Da quanto emerso dopo la telefonata della professionista al 112, sul posto si era recata una pattuglia che proprio in quel momento si trovava poco distante, era infatti intervenuta in via Garibaldi a seguito di una segnalazione di una persona che avrebbe minacciato di morte un’altra. Ma quando i carabinieri sono intervenuti in via Raffaello Sanzio la tragedia si era già consumata.
Quella che si è mostrata davanti agli occhi dei militari era stata una scena orribile: il 56enne era ancora sporco di sangue: «Mamma non c’è, è andata a fare la spesa, forse non torna più» aveva detto. Sul posto si sono precipitate altre pattuglie dei carabinieri, il 118 e i vigili del fuoco, questi ultimi intervenuti per del fumo presente in casa. L’orrore era a qualche metro di distanza: l’anziana donna (descritta come molto bella da chi la conosceva) era riversa a terra nel bagno, il volto sfigurato dai colpi di forbice, con addosso i resti dei fogli di carta a cui il figlio aveva dato fuoco per distruggere il cadavere.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico