La famiglia è al rosario del parente morto Banda di ladri entra e svaligia la casa

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SAN SEVERINO - Senza pietà. Un raid ladresco in stile “mordi e fuggi” ha interessato nel tardo pomeriggio di martedì scorso la città di San...

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SAN SEVERINO - Senza pietà. Un raid ladresco in stile “mordi e fuggi” ha interessato nel tardo pomeriggio di martedì scorso la città di San Severino con gli autori dei furti in serie che non si sono fermati neanche davanti alla morte. Uno degli appartamenti interessati dalla sgradita visita infatti, era momentaneamente vuoto perché i famigliari di un 84enne del luogo erano occupati nella veglia funebre del proprio caro venuto a mancare.


È probabile, per la matrice simile dei quattro colpi, che a svariare su tutto il territorio settempedano sia stata la stessa banda. I furti sono stati messi a segno ai danni di un’anziana della frazione di Taccoli, di un fratello ed una sorella della stessa famiglia della frazione di Cesolo e di una coppia del centro del Comune sanseverinate. A ricorrere per prima alla stazione dei carabinieri di San Severino, diretta dal maresciallo Massimiliano Lucarelli, è stata una signora di Taccoli che ha denunciato il furto subìto fra le ore 17 e le ore 20 di martedì. A ricorrere all’aiuto dei militari anche una coppia di settempedani che dimora in una palazzina con ingresso autonomo in via Buonarroti, dove i ladri sono penetrati da una finestra, portando via quanto hanno potuto, dopo aver messo a soqquadro l’abitazione. A Cesolo l’episodio più triste della serie.


Due le abitazioni violate dai delinquenti, in via Giovani Falcone, lungo la strada secondaria che congiunge la popolosa frazione di Taccoli a quella di Sant’Elena. In due edifici a schiera ai lati di un altro “risparmiato” vivono, rispettivamente, il figlio dell’estinto con moglie e due figlie, ed una figlia dell’estinto con la consorte dell’uomo che si era spento da poche ore. Tutta la famiglia era intenta a recitare il rosario in memoria del caro, la cui salma era stata composta alla camera mortuaria del Bartolomeo Eustachio, cosicché i ladri hanno potuto agire indisturbati dopo essere entrati nelle case rompendo il vetro delle finestre fino a quando un vicino, insospettito dai rumori, ha iniziato a chiamare i padroni di casa. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico