Travolto e ucciso da un’auto a 9 anni, il giudice dispone nuovi accertamenti

Un'aula del Tribunale di Macerata
SAN GINESIO - Travolto e ucciso da un’auto a nove anni. Il Gip riapre le indagini e dispone nuovi accertamenti, la Procura ora ha 120 giorni per verificare se...

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SAN GINESIO - Travolto e ucciso da un’auto a nove anni. Il Gip riapre le indagini e dispone nuovi accertamenti, la Procura ora ha 120 giorni per verificare se c’è stata la responsabilità dell’automobilista nella morte del piccolo Arturo Giambattista Pagni. Il giudice per le indagini preliminari Giovanni Maria Manzoni ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Rosanna Buccini nei confronti del 76enne ginesino che il 13 agosto del 2019 investì in contrada Passo Sant’Angelo a Sant’Angelo in Pontano il piccolo Arturo. 

 

 
 
Il bambino era passato tra due auto parcheggiate in divieto di sosta e aveva improvvisamente attraversato la strada prima di essere investito dalla Fiat Tipo che procedeva a 25 chilometri orari (il limite era di 50 Km/h) e di essere trascinato per diversi metri. Secondo il consulente tecnico nominato dalla procura, l’ingegnere Luigi Mercanti, «l’intervallo di tempo intercorso fra la percepibilità del pericolo e l’investimento era inferiore al tempo di percezione e reazione psicofisica», per questo motivo l’anziano non avrebbe potuto evitare l’impatto col bambino.

Sulla scorta delle conclusioni del consulente la Procura aveva chiesto l’archiviazione ma i genitori del piccolo Arturo tramite l’avvocato Francesco De Minicis si erano opposti depositando una perizia effettuata da un proprio consulente, l’ingegnere Mattia Strangi, che invece aveva concluso rilevando la responsabilità dell’automobilista. Il Gip lunedì ha sciolto la riserva disponendo ulteriori indagini sulla condotta avuta dal minore prima dell’attraversamento, ovvero la Procura dovrà accertare se il bambino quel tragico giorno aveva iniziato a correre appena uscito di casa o al momento dell’attraversamento della strada e se la sua presenza era percepibile dall’automobilista che così avrebbe dovuto preallarmarsi. 



Ancora, dovrà essere accertato se una frenata immediata (l’anziano disse subito di non aver visto il bambino e iniziò a frenare solo al momento dell’impatto) al momento della vista del minore che attraversava avrebbe comportato una minore intensità dell’urto e un trascinamento del piccolo per una distanza inferiore e se in questa circostanza si sarebbe comunque verificato l’evento morte. Per i difensori dell’automobilista, le avvocatesse Monica Attili e Manuela Costantini, l’anziano procedeva con cautela a una velocità ridotta e le modalità dell’attraversamento del bambino non ne avevano potuto rendere percettibile né la presenza né il pericolo.
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Corriere Adriatico