Senza esito anche la seconda asta, futuro incerto per la villa di Gigli

Villa Gigli (foto di repertorio)
RECANATI - Seconda asta deserta per villa Gigli. Ancora un nulla di fatto per la residenza estiva del tenore Beniamino Gigli che sorge sulla collina di Montarice, nel crocevia tra...

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RECANATI - Seconda asta deserta per villa Gigli. Ancora un nulla di fatto per la residenza estiva del tenore Beniamino Gigli che sorge sulla collina di Montarice, nel crocevia tra Loreto, Recanati e Porto Recanati. A mezzogiorno di martedì scorso scadeva il tempo per la presentazione delle domande, ma ancora una volta nessuno ha presentato la propria offerta per acquisire la dimora estiva dell’artista. 

 
 
Un esito che molti si attendevano, nonostante la base d’asta avesse subito un ribasso da otto a sei milioni di euro. Il primo appuntamento per le offerte c’era stato a febbraio, nel pieno della pandemia, ed anche la seconda occasione è arrivata al termine di un periodo difficile dovuto al Covid. Anche per questo, in molti temevano che pure la seconda asta sarebbe andata deserta, e così è stato.

Ora, per l’imponente complesso voluto dal tenore recanatese e progettato dall’architetto Di Fausto, dovrebbe esserci un ulteriore ribasso a quattro milioni di euro. Nel frattempo, i sindaci dei tre Comuni su cui insiste la villa hanno proseguito con il progetto che avevano avviato: coinvolgere il ministero dei Beni culturali. Il complesso di villa Gigli, infatti, con decreto ministeriale del 2003, è stato dichiarato dalla Soprintendenza regionale per i Beni e le attività culturali, di notevole interesse storico-artistico e il ministero potrà esercitare il diritto di prelazione entro 60 giorni dalla ricezione della denuncia di aggiudicazione.


«Resta tutto come prima - commenta il sindaco, Antonio Bravi -. Seguiremo la questione per vedere se ci saranno altre aste. Certamente si allungano i tempi, ma vedremo come si andrà avanti. Il fatto che il prezzo si abbassi permette al ministero di avere qualche chance in più per la prelazione». I consigli comunali di Recanati e Loreto hanno già approvato il documento condiviso che chiede l’intervento del Mibact, manca solo quello di Porto Recanati che verrà discusso nella seduta in programma il 14 giugno. «Riteniamo che questo bene debba essere tutelato - si legge nel documento approvato all’unanimità dai consigli comunali - non solo per il suo pregio ma anche per quello che può rappresentare e assolvere, attraverso la pubblica fruizione, in ambito culturale come mezzo di trasmissione di una memoria del passato. Ricordiamo che la Costituzione prevede la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione». 



Il sindaco Roberto Mozzicafreddo si dice pronto a discuterne in consiglio, ma pone una condizione: «Qualora dovesse essere acquisita dal Mibact - dice - i Comuni saranno impossibilitati ad occuparsi della manutenzione e della gestione. Allo Stato - si legge anche nel documento approvato - spetta di garantirne la protezione e la conservazione, mentre agli enti territoriali, come la Regione e i Comuni, la funzione residuale volta a cooperare con il ministero per garantire la tutela». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico