Recanati, protesta del comitato: «Ospedale, basta con le promesse, si mantengano i servizi essenziali»

Recanati, protesta del comitato: «Ospedale, basta con le promesse, si mantengano i servizi essenziali»
RECANATI - «Non ci accontentiamo più di promesse, vogliamo concrete risposte alle necessità sanitarie per il nostro territorio». Torna ad alzare la...

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RECANATI - «Non ci accontentiamo più di promesse, vogliamo concrete risposte alle necessità sanitarie per il nostro territorio». Torna ad alzare la voce il comitato per la difesa del punto di primo intervento dell’ospedale Santa Lucia di Recanati, dopo i rumors che nei giorni scorsi avevano parlato di un’ipotesi di chiusura (poi smentita dalla direzione dell’Ast).

 

La posizione

Il comitato, guidato da Marco Buccetti, ha le idee chiare sul da farsi: «Serve una formalizzazione pratica del punto di primo intervento con personale esclusivo e dedicato, nonché il riavvio completo delle necessarie attività diagnostico-cliniche e di ricovero – ha sottolineato Buccetti ieri mattina in una conferenza stampa cui hanno partecipato, come auditori, anche il sindaco Antonio Bravi e la consigliera comunale con delega alla sanità Antonella Mariani – solo se vengono attuate in primis tali premesse ha senso l’investimento strutturale con fondi del Pnrr previsto per l’ospedale: altrimenti ci troveremmo solo con una ulteriore struttura vuota e una spesa pubblica inutile».

Buccetti ha rimarcato il ruolo baricentrico del nosocomio recanatese a cavallo tra le vallate del Potenza e del Musone, con un bacino di utenza che sfiora le 70 mila persone. «Numero che aumenta in maniera esponenziale durante i mesi estivi per la presenza in molti Comuni a vocazione turistica di numerosi turisti italiani e stranieri – prosegue il coordinatore del comitato – il punto di primo intervento di Recanati ha effettuato nel 2023 fino ad oggi oltre 7mila interventi tra i vari codici di urgenza oltre a tutte le uscite effettuate dall’ambulanza del 118. Le continue rassicurazioni per il nostro ospedale non sono più sufficienti. Il comitato per la difesa del punto di primo intervento dell’ospedale Santa Lucia di Recanati inizierà con delle iniziative che coinvolgeranno tutte la cittadinanza per far sì che possano essere riprese le attività sospese ed eliminate dal nostro ospedale. Non è così possibile immaginare un Ppi senza l’ausilio di adeguato e dedicato personale medico ed infermieristico.

È sempre più impellente la richiesta del mantenimento dei servizi essenziali e di adeguati reparti di degenza, senza riduzione di posti letto, nonché il potenziamento di attività di primaria importanza e di qualificazione dell’ospedale, come il Ppi, l’attività ambulatoriale, le attività di day hospital, day surgery, gli interventi a bassa complessità chirurgica, il servizio di radiologia con il suo punto prelievi». Il mantenimento di un vero ospedale a Recanati è di capitale importanza per il comitato: «È fondamentale per limitare il più possibile i disagi derivanti dal recarsi per ogni necessità medica in altre strutture poste assai fuori dal circondario di Recanati e pertanto difficilmente raggiungibili – chiude Buccetti – le caratteristiche morfologiche della nostra regione sono particolari e pertanto i pronto soccorso ospedalieri sono logisticamente difficili da raggiungere da tutta la popolazione: pertanto è fondamentale individuare e mantenere strutture intermedie di intervento sanitario sul territorio come il punto di primo intervento di Recanati».

 

 

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Corriere Adriatico