I funerali del sacerdote imprenditore Don Pigini in duomo. Diretta televisiva e su YouTube

Don Lamberto Pigini
RECANATI - Ogni luogo delle Marche, oltre la sua cara Recanati, ricorda don Lamberto Pigini per ciò che ha fatto da sacerdote e imprenditore. Il duomo di San Flaviano della...

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RECANATI - Ogni luogo delle Marche, oltre la sua cara Recanati, ricorda don Lamberto Pigini per ciò che ha fatto da sacerdote e imprenditore. Il duomo di San Flaviano della città leopardiana, da questa mattina, ospita la camera ardente di Pigini, scomparso nel pomeriggio dell’Epifania, a 97 anni, all’ospedale di Civitanova. Sarà possibile dare l’ultimo saluto all’imprenditore fino alle 20 di questa sera, con ingresso e presenza che verranno gestiti nel rispetto delle normative Covid. Il funerale sarà celebrato sempre nella cattedrale di San Flaviano domattina alle 9.30. 

 

Per questioni di distanziamento la capienza massima della cattedrale è di 200 posti, per la maggior parte occupati da parenti, familiari e conoscenti più stretti. Per questo motivo la diocesi di Macerata ha organizzato la ripresa della funzione religiosa e la sua trasmissione in diretta sia sul canale YouTube della diocesi che sul canale 89 del digitale terrestre. La messa sarà proiettata anche in contemporanea nella chiesa di Cristo Redentore, anch’essa con oltre 200 posti. Una organizzazione per l’ultimo saluto che risponde all’eco della scomparsa del sacerdote imprenditore che ha risuonato nel Maceratese ed oltre, così come tutte le sue idee che aveva fatto nascere in questa terra e che poi avevano spiccato il volo in tutta Italia.

La sua scomparsa ha dato il via ad una serie di ricordi e aneddoti che tanti hanno voluto raccontare. Al ricordo del sindaco di Recanati, Antonio Bravi e dell’assessore Francesco Fiordomo, si è unito anche quello del sindaco di Loreto, Moreno Pieroni: «Scompare un uomo che ha portato sviluppo a tutto il territorio - ha detto -. Ha generato occupazione in tutta l’area della Valmusone. Ha dimostrato come sia possibile coniugare felicemente il ruolo di sacerdote illuminato e di imprenditore capace di generare sviluppo economico duraturo per un intero territorio. Don Pigini ci ha dimostrato cosa significa dare una dimensione etica al lavoro e lo vogliamo ricordare soprattutto per questo. È stato un personaggio illuminato. La sua visione ci mancherà».

Le sue innate doti di imprenditore illuminato sono state sottolineate anche da Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche: «Visionario, innovatore, intraprendente e amante delle sfide: questo era don Lamberto, uomo di fede dalle indiscusse doti imprenditoriali – scrive -. Ricordo una sua testimonianza tanti anni fa in Confindustria: quando qualcuno gli chiese dove trovasse la forza e l’energia di portare avanti così tante iniziative e così tanti progetti, lui rispose che la trovava tutte le mattine dicendo la messa. E forse è stato proprio questo suo mix di doti umane sostenute da una fede incrollabile a fare di don Lamberto una persona davvero indimenticabile». 

Don Lamberto Pigini è stato il primo laureato honoris causa in scienze della formazione all’Università di Macerata, nel 2004. A ricordarlo, oggi, è Francesco Adronato: «È stato l’esempio di come sia possibile mettere l’impresa a servizio dello sviluppo sociale e umano, dei singoli e dell’intero territorio, combinando insieme etica e profitto, i diritti della persona con il dovere dello sviluppo imprenditoriale. Mi piace ricordarlo attraverso la laudatio per il conferimento della laurea honoris causa: sacerdote e imprenditore, perché ha saputo coniugare la capacità di impresa e l’apertura all’innovazione, caratteristici dello spirito imprenditoriale marchigiano, con la passione per la formazione morale e civile delle nuove generazioni».

Infine uno dei talenti in cui Pigini ha creduto, Iginio Straffi della Rainbow: «Lui è stato il primo a credere nelle mie idee - confida - . Ci mancherà perché, per certi versi, nella nostra immaginazione era quasi una creatura immortale. La sua caratteristica più affascinante di imprenditore dipendeva dal fatto che era una forza della natura. Era per tutti noi una fonte di ispirazione».
 

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Corriere Adriatico