Recanati, frana il Colle dell'Infinito Servono sei milioni per il risanamento

Recanati, frana il Colle dell'Infinito Servono sei milioni per il risanamento
RECANATI - "La bomba d'acqua che ha colpito Recanati tra giovedì e venerdì ha provocato l'apertura di una voragine di alcuni metri lungo la circonvallazione che...

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RECANATI - "La bomba d'acqua che ha colpito Recanati tra giovedì e venerdì ha provocato l'apertura di una voragine di alcuni metri lungo la circonvallazione che costeggia il Colle dell'Infinito".




Lo segnala il sindaco Francesco Fiordomo, che chiede risorse per interventi di consolidamento. "Siamo a pochi metri da dove Giacomo Leopardi si affacciava due secoli fa - spiega -. Sappiamo da sempre che quel versante è fragile, che la zona è franosa e non è stata mai oggetto di interventi di prevenzione o di consolidamento". Il sindaco cita la querelle sulla country house, bocciata dalla Soprintendenza al paesaggio.



"Alcuni si sono soffermati su un casolare diroccato che rischia di cadere da un momento all'altro, impedendo con una polemica esagerata che il proprietario lo restaurasse - ricorda -. Sono state innescate altre polemicucce paesane per un bar o per un mattone che si è staccato".



"Adesso - sottolinea - siamo alla questione vera: il Colle non scoppia di salute e ha bisogno di essere consolidato e successivamente rigenerato con un progetto che riguarda la vegetazione, l'illuminazione. Abbiamo redatto un progetto, elaborato dal nostro Ufficio Tecnico, senza spendere più di 100 mila euro per piani, progetti e scartoffie rimasti nei cassetti, come è avvenuto in passato quando amministratori e tecnici lungimiranti piantavano palme ai piedi del Colle".



"Un progetto c'è, l'urgenza di intervenire anche - insiste Fiordomo -. Mancano le risorse che chiaramente il Comune non ha a disposizione. Servono più di 4 milioni di euro per il consolidamento e 2 per la riqualificazione del Colle dell'Infinito. Mi appello al ministro Franceschini, già sollecitato nei mesi scorsi, ai parlamentari marchigiani, al Fai, al mondo accademico, ai media, alla loro sensibilità ed a quella di privati cittadini, affinchè si reperiscano le risorse economiche necessarie. È tempo di agire, di passare dalle parole e dai proclami ai fatti - conclude -. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Altri?". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico