Choc per la morte di Silvia "L'infermiera che vendeva fate"

Choc per la morte di Silvia "L'infermiera che vendeva fate"
POTENZA PICENA - Porto Potenza sotto choc per la morte di Silvia Tinarelli. Una donna molto conosciuta nella cittadina rivierasca. La fisioterapista di 41 anni è stata vittima di...

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POTENZA PICENA - Porto Potenza sotto choc per la morte di Silvia Tinarelli. Una donna molto conosciuta nella cittadina rivierasca. La fisioterapista di 41 anni è stata vittima di un incidente stradale avvenuto ieri mattina lungo la strada statale Adriatica. Lascia due figlioletti e il marito Michele Morresi, anche lui molto conosciuto a Porto Potenza.








Silvia era dipendente del Gruppo Santo Stefano riabilitazione e lavorava presso la struttura anconetana di Villa Adria. Era molto conosciuta sia nel quartiere residenziale in cui viveva, la zona Nord di Porto Potenza attorno a via Rossini.

“L'infermiera che vendeva le fate”. Con questo affettuoso appellativo era un po' da tutti conosciuta Silvia anche in quel di Fermo, dove da diversi anni esponeva al frequentatissimo mercato estivo del giovedì. Aveva una bancarella di fate e gnomi, le sue grandi passioni. Sconvolto il direttore organizzativo del mercato, Claudio Iacopini, che non si capacita di quanto accaduto: “Era una ragazza dolcissima, di grande educazione e signorilità - dice Iacopini - ci mancherà moltissimo”. Increduli e scioccati anche gli altri venditori che sono stati raggiunti dalla drammatica notizia. Alcuni, anche provenienti da fuori regione per esporre nel frequentatissimo mercatino estivo di arte e antiquariato, non vogliono credere che la vita della loro amica Silvia, vicina di bancarella, così dolce, affabile e cordiale, si sia spezzata per sempre. Nella sua bancarella esponeva fate e gnomi, oggetti di arredo tutti a tema e in linea con quella sua grande passione che coltivava da sempre. Quando la notizia, nella tarda mattinata di ieri, ha raggiunto il centro di riabilitazione Santo Stefano “Villa Adria” di Ancona, dove Silvia Tinarelli lavorava come fisioterapista, i colleghi non potevano credere a quanto riferito loro. Silvia, che avrebbe dovuto fare il turno del pomeriggio, sapeva farsi apprezzare per il suo carattere dolce e per la sua cordialità. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico