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PORTO RECANATI - Il collegio del Tribunale del Riesame si è riservato di decidere se accogliere o meno la richiesta di scarcerazione di Osvaldo Iannuzzi, il professore 44enne accusato di violenza sessuale di gruppo ai danni di una commessa anconetana. I fatti contestati sarebbero avvenuti il 24 aprile dello scorso anno.
Si è svolta ieri l’udienza durante la quale i difensori Luca Froldi e Giuseppe Lupi hanno chiesto la scarcerazione o, in subordine, una misura meno afflittiva per il loro assistito.
Nel frattempo, però, la vittima, sentita in questura il 15 febbraio scorso, avrebbe aggiunto alcuni dettagli alla sua versione dei fatti che, secondo i difensori, «ora risulterebbe più allineata a quella del nostro assistito».
Secondo la nuova deposizione, invece, la vittima avrebbe ammesso di essere andata prima a casa di Osvaldo Iannuzzi, dove il professore ed il fratello stavano facendo dei lavori di giardinaggio. «La vittima - sostengono Froldi e Lupi - diversamente dalle prime dichiarazioni, ora ha confermato di aver conosciuto tempo prima Osvaldo Iannuzzi, con il quale intratteneva delle conversazioni in chat, tanto che pure altre volte ha incontrato l’assistito, che l’ha invitata a pranzo il 24 aprile. Altra discrepanza rispetto alle prime deposizioni riguarderebbe l’incontro tra la donna e un conoscente. Inizialmente aveva raccontato di averlo incontrato nel tragitto tra la casa di Iannuzzi e quella del fratello, insieme agli altri uomini, mentre ora sosterrebbe di averlo visto mentre era sola con il professore».
I legali di Iannuzzi sollevano dei dubbi anche sulla presenza della donna nell’abitazione del fratello dell’indagato. «Pare - spiegano - che la descrizione che la vittima fa dell’abitazione non coincida con l’appartamento in questione». Infine la puntualizzazione sul rientro a casa della vittima. «Nella prima versione dice di essere tornata dopo la violenza, mentre ora che avrebbe sostato sul lungomare di Porto Recanati dopo essere partita dalla casa del mio assistito».
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Corriere Adriatico