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PORTO RECANATI I Comuni di Porto Recanati, Numana, Sirolo, Castelfidardo e Loreto hanno firmato ieri mattina, a palazzo Volpini, il protocollo d’intesa per evidenziare che «la riorganizzazione dell’ospedale di Loreto, declassato in ospedale di comunità, e la conseguente riconversione in Punto di Primo intervento non siano più procrastinabili».
A sottolineare il risultato di un atto congiunto, ottenuto al di là dei colori politici, è il sindaco Roberto Mozzicafreddo: «Si tratta del primo atto, dopo più di dieci anni, in cui cinque Comuni si sono riuniti superando i campanilismi e le differenze ideologiche, per poter fare qualcosa che serve davvero alla comunità».
A far notare l’assenza, tra i Comuni firmatari, di Recanati è stato il consigliere leopardiano della Lega Pierluca Trucchia che, in una interrogazione chiede al sindaco Bravi di conoscere «i motivi che lo hanno indotto a non partecipare, nonostante fosse stato invitato» ma anche «quali sono state fino ad oggi le iniziative e le richieste che l’amministrazione recanatese ha inviato per valorizzare l’ospedale cittadino». Nel frattempo, Antonio Bravi ha inviato proprio ieri una missiva all’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, al direttore dell’Asur Marche, Nadia Storti, e al direttore dell’Area Vasta 3, Daniela Corsi, per invitarli ad un consiglio comunale aperto in programma il 7 ottobre alle 21 e «riprendere - scrive - il filo delle cose interrotte».
«Ribadiamo - dice il sindaco - la necessità di trovare soluzioni intermedie e avere chiare prospettive sui tempi e i modi per ripristinare il servizio diurno per le persone affette da Alzheimer, consapevoli che le risposte offerte dall’amministrazione sono state un palliativo. Abbiamo urgenza di sapere quando si intende riprendere a pieno regime il servizio del Centro di salute mentale, che è andato avanti in modo ridotto, pur comprendendo le difficoltà della situazione. E capire come si può ripartire con il punto di vaccinazione, da sempre attivo localmente, evitando soprattutto alle famiglie con bambini di doversi recare all’ospedale di Civitanova. Infine - conclude - abbiamo domande da rivolgere sul funzionamento dell’ospedale di comunità, che sembra aver cambiato modalità di funzione, sebbene non in modo chiaro».
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Corriere Adriatico