La morte di Rosa, mamma di 39 anni, aperto un fascicolo per omicidio colposo. L'autopsia per la verità

Rosa Orlandy Castro Almonte
PORTO RECANATI - Per la morte di Rosa Orlandy Castro Almonte la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’autopsia sul corpo della 39enne dominicana morta dopo...

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PORTO RECANATI - Per la morte di Rosa Orlandy Castro Almonte la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’autopsia sul corpo della 39enne dominicana morta dopo cinque anni di agonia su un letto di ospedale verrà eseguita mercoledì prossimo dal professor Cristian D’Ovidio. Come d’obbligo in questi casi, preliminarmente dovrà essere effettuato un tampone per escludere che la donna abbia contratto il Covid, poi l’accertamento medico-legale potrà essere eseguito.

 

 

La storia di Rosa Castro ha generato profondo cordoglio, non solo nelle persone che conoscevano la giovane, proprio per la drammaticità di ciò che le è accaduto: il 10 maggio del 2016 era stata ricoverata all’ospedale di Civitanova per partorire il suo primo figlio, fu disposto un cesareo d’urgenza, ma l’allora 34enne rimase alcuni minuti senza ossigeno riportando danni neurologici irreversibili. Perse la vista, il tatto, la parola e la capacità di muoversi, trascorse un periodo al Santo Stefano di Potenza Picena poi fu trasferita all’hospice di Recanati. Successivamente, con la pandemia, le uniche persone che le erano state vicino, la mamma arrivata da Santo Domingo subito dopo il tragico parto, il marito, il figlio che ormai ha quasi cinque anni, e la zia, non poterono più starle accanto. Una ventina di giorni fa era stata trasferita all’ospedale di Civitanova per un intervento di routine (aveva avuto un’occlusione intestinale) poi giovedì della scorsa settimana le sue condizioni si erano aggravate e nelle prime ore di giovedì scorso il suo cuore ha smesso di battere. Gli avvocati dei familiari, Andrea Di Buono e Lucia Iannino, in questi anni hanno sostenuto legalmente i familiari. Al momento sono due i procedimenti ancora in corso, uno penale a carico dell’anestesista che praticò l’anestesia in sala parto, accusata di lesioni colpose gravissime (ma alla luce di quanto accaduto il reato ora dovrà essere mutato) e uno civile.

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Corriere Adriatico