Rogo choc davanti a una palazzina, cuoco di Recanati patteggia quattro anni

Il Tribunale di Macerata dove si è tenuta l'udienza
PORTO RECANATI - Uscì di casa durante il lockdown per andare ad appiccare il fuoco davanti a un’abitazione, ha patteggiato quattro anni di reclusione un cuoco...

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PORTO RECANATI - Uscì di casa durante il lockdown per andare ad appiccare il fuoco davanti a un’abitazione, ha patteggiato quattro anni di reclusione un cuoco recanatese di 37 anni. Accusato di tentato omicidio, incendio e danneggiamento, Andrea Garbuglia dovrà scontare, come misura di sicurezza in alternativa al carcere, un anno in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Da una perizia effettuata su di lui, è emersa una capacità grandemente scemata all’epoca dei fatti. 

 

 
L’epoca dei fatti è aprile scorso quando Garbuglia, che all’epoca lavorava nei periodi estivi come cuoco in un ristorante che si trova in uno chalet di Porto Recanati, raggiunse il civico 62 di via Garibaldi, dove vive Danilo Spurio Polini, il proprietario dell’immobile dove si trova il ristorante in cui il 37enne lavorava. Prima di uscire di casa però minacciò di morte Polini.

Raggiunta l’abitazione accatastò davanti alla porta d’ingresso ogni genere di cosa: giornali, libri, oggetti di plastica, catene da neve e bombolette spray, cosparse tutto di benzina che aveva portato con sé e il resto lo lasciò nella tanica e appiccò il fuoco. Prima però prese due griglie dei tombini in ghisa che erano nelle vicinanze e le spostò proprio davanti alla porta d’ingresso per impedire l’uscita di chi in quel momento era in casa, ovvero Polini e la madre. Quando le fiamme raggiunsero le bombolette spray, le esplosioni richiamarono l’attenzione dei vicini di casa che si apprestarono a chiamare i soccorsi. 

Grazie alla loro segnalazione sul posto arrivarono i vigili del fuoco, i sanitari del 118 e i carabinieri, ma già in attesa del loro arrivo qualche residente era intervenuto per spostare il materiale infiammabile dalla porta di ingresso. Un gesto che evitò conseguenze ben più drammatiche vista la presenza lì vicino di un contatore del gas (danneggiato esternamente dalle fiamme).

Le immediate indagini portarono nel giro di pochissimo a individuare l’autore del gesto, il cuoco che nel frattempo era tornato a casa e si stava facendo la doccia. Preso e arrestato, fu condotto nel carcere di Montacuto, ad Ancona dove è ancora adesso recluso. Ieri mattina si è svolta l’udienza preliminare davanti al giudice Giovanni Maria Manzoni e al pubblico ministero Vincenzo Carusi. Il 37enne, tramite i propri legali Donato Attanasio e Paolo Angelici, ha patteggiato la pena di quattro anni di reclusione. Il 37enne da quel giorno non avrebbe mai spiegato i motivi del gesto, «Non lo sa neppure lui», ha commentato l’avvocato Attanasio.
 

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Corriere Adriatico