Stazione di Porto Recanati senza rampe per le carrozzine, il cestista paralimpico Gray costretto a strisciare per le scale: guarda il video

Scende le scale e spinge la carrozzina. Odissea in stazione per il cestista paralimpico Gray
PORTO RECANATI - Giovane disabile senza gli arti inferiori costretto a scendere le scale della stazione di Porto Recanati spingendo la sua carrozzina. È la disavventura di...

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PORTO RECANATI - Giovane disabile senza gli arti inferiori costretto a scendere le scale della stazione di Porto Recanati spingendo la sua carrozzina. È la disavventura di Tommie Gray, campione statunitense del Santo Stefano Basket, squadra paralimpica che nel suo palmares vanta anche uno scudetto e due Coppe Italia (una vinta proprio due settimane fa). 


Non ci sono ascensori o scale mobili, e per Gray lasciare la stazione è stata un’odissea. Una scena surreale (che riaccende l’allarme sul fronte delle barriere architettoniche) ripresa con il telefonino dal portorecanatese Danilo Tacchi. Si trovava insieme al giocatore di basket a bordo del treno regionale che da Ancona va verso San Benedetto del Tronto.

Guarda il video

 

 «Insieme ad altri giovani che erano in stazione lo abbiamo aiutato - dice Tacchi -. Anche perché poi c’era una rampa di scale in salita e quindi per lui sarebbe stato davvero impossibile percorrerla. Ho fatto il video per denunciare la situazione, ovviamente dopo avergli chiesto il consenso. Era sceso dalla carrozzina e aveva iniziato a fare le scale in discesa camminando sui monconi. Quando è iniziata la rampa in salita siamo intervenuti. È incredibile che nella stazione di Porto Recanati ci siano ancora le barriere architettoniche. Se fosse stato solo come avrebbe fatto? Non oso immaginare». Tacchi con il suo video-denuncia vuole lanciare un messaggio a chi di dovere affinché si provveda ad eliminare le barriere architettoniche in stazione. 
Il primo a condividere l’appello è proprio Tommie Gray. «Questa settimana - racconta il cestista, che parla soltanto in inglese - io e mia moglie abbiamo fatto un viaggio a Roma e Venezia. Siamo andati in treno: un sistema almeno teoricamente facile ed economico. Abbiamo deciso di scendere a Porto Recanati perché normalmente ci sono più opzioni per i taxi rispetto a Porto Potenza. Ma la stazione ferroviaria non è dotata di ascensore. Quindi, come fanno tutti, ho preso le scale. Mia moglie teneva i bagagli e io trasportavo la mia carrozzina. Sono fortunato che mia moglie viaggi con me e sia in grado di darmi una mano». E molto importante è stato anche l’aiuto di alcune persone presenti in stazione.

«Siamo nel 2023 - prosegue il cestista del Santo Stefano Basket di Porto Potenza -, ci sono cose che vorrei potessero essere migliori e che mi aspettavo fossero migliori. Capisco che i costi sono importanti da sostenere per riqualificare e adattare ai disabili le infrastrutture. Ma le persone con problemi di mobilità dovrebbero avere gli stessi diritti di tutti e sarebbe fantastico trovare un modo per aiutare più persone ad avere accesso a tutte le aree. È davvero bello che le persone facciano di tutto per aiutare chi ha difficoltà e che i luoghi e le strutture non mettano a disagio le persone». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico