Controlli fiscali all'Hotel House: scoperti 113 evasori totali e segnalate 236 partite Iva inattive

Controlli fiscali all'Hotel House: scoperti 113 evasori totali e segnalate 236 partite Iva inattive
POrto RECANATI  - Nell’ambito di autonome attività d’iniziativa per il contrasto all’evasione e alle frodi fiscali – obiettivo prioritario...

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POrto RECANATI  - Nell’ambito di autonome attività d’iniziativa per il contrasto all’evasione e alle frodi fiscali – obiettivo prioritario della Guardia di Finanza – le Fiamme Gialle della Tenenza di Porto Recanati hanno portato a conclusione una complessa e articolata operazione di monitoraggio e controllo nei confronti di tutti i soggetti residenti/alloggiati nel condominio “Hotel House”, riscontrando un gran numero di irregolarità tributarie e non solo.

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Come noto, il comprensorio multietnico denominato “Hotel House” costituisce un vero e proprio “microcosmo” con 480 appartamenti, posti su 17 piani, e una popolazione ufficiale di circa 1.200 persone (durante la stagione estiva il numero dei dimoranti ha talvolta raggiunto le 3.000 unità), per la quasi totalità di origine extracomunitaria, appartenenti a 22 nazionalità. Negli anni detto contesto è stato oggetto di particolare attenzione da parte delle Forze di Polizia che, sotto il coordinamento della Prefettura di Macerata, hanno intrapreso molteplici attività di servizio dirette a garantire la legalità, nel senso più ampio del termine, sia al suo interno che nelle zone ad esso adiacenti. In particolare, la Guardia di Finanza, oltre a concorrere nell’espletamento di servizi a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha posto costante attenzione operativa sul comprensorio svolgendo un gran numero di interventi in materia di: monitoraggio delle operazioni di trasferimento di valuta, contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, alla contraffazione dei marchi e all’abusivismo commerciale, tutela del “made in Italy” e sicurezza prodotti, di contrasto all’evasione fiscale nel settore delle locazioni immobiliari, al lavoro “nero” e, soprattutto, al cosiddetto “sommerso d’azienda”.

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Corriere Adriatico