PORTO RECANATI - La storia deve essere raccontata per filo e per segno, data la sua unicità e se vogliamo comicità. Martedì mattina, una signora di ottantotto anni sta...
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“Che cosa?”, chiede la donna. “Una cosa ordinata da suo figlio, che mi ha detto di consegnarla direttamente a lei perché lui ha da fare”, risponde l’uomo. “Mio figlio chi?”, chiede la donna involontariamente facendo i nomi dei due figli. Ripetendo il nome di uno dei due lo sconosciuto dice che “si tratta di un computer”. Il lettore avrà già capito l'antifona: si tratta della classica truffa del computer. “Che cosa debbo fare?”, chiede l’anziana signora. “Deve pagarmelo: fanno 1.500 euro”. “Ma io non ho con me nemmeno un euro”. “L’accompagno in banca a prelevare dal suo conto”. “Sa, signore, io sono vecchia e non ho rapporti con la banca. Per me ci pensano i miei figli, che sono due medici e che sanno come si fa”. “Ma non ha soldi nemmeno in casa?”.
“A proposito, visto che è così gentile e premuroso, perché non mi dà un passaggio fino a casa?”. L’uomo, credendo di aver trovato il buco giusto, fa salire la donna e l’accompagna fino a casa. La fa scendere gentilmente dall'auto offrendole il braccio in appoggio e si appresta a seguirla. Ma, ahilui, la donna lo avverte che quella è l’abitazione di suoi parenti stretti e che non è il caso che lui la segua. Lo ringrazia gentilmente per il passaggio e altrettanto gentilmente lo saluta. La sera stessa a cena racconta ai figli di essere stata “a spasso con il ladro”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico