Rogo alla Rimel di Pollenza, diossina nelle uova. L'Ast: «Non mangiate quelle prodotte vicino allo stabilimento»

Rimel, l’Ast effettuata altre analisi: «Nelle uova livelli di diossina alti»
POLLENZA - L’Ast di Macerata corregge il tiro sulle analisi dei terreni circostanti la Rimel, l’impresa di smaltimento rifiuti elettronici di Casette Verdini andata a...

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POLLENZA - L’Ast di Macerata corregge il tiro sulle analisi dei terreni circostanti la Rimel, l’impresa di smaltimento rifiuti elettronici di Casette Verdini andata a fuoco ormai un mese e mezzo fa. Una nota dell’Azienda sanitaria territoriale, firmata venerdì e diffusa ieri dall’amministrazione comunale, fa infatti sapere che in tre campioni su quattro di uova di galline prelevate in contrada Piane di Chienti lo scorso 9 gennaio sono state rilevate delle “non conformità” in merito ai valori di diossine e policlorobifenili. 

 

Nella nota si evidenzia che «la situazione è tale da richiedere ulteriori approfondimenti circa la contaminazione ambientale e quindi verranno effettuati ulteriori campionamenti di uova prodotte da galline detenute per autoconsumo nel raggio di un chilometro di distanza dalla ditta Rimel Srl».

La nota della Ast: «Non utilizzare le uova prodotte vicino alla Rimel»

Nella stessa nota viene evidenziato che «i valori di diossina e policlorobifenili riscontrati nelle uova, se consumate per brevi periodi, non costituiscono un pericolo acuto per l’uomo, come documentato dall’Efsa e da un recente studio dell’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio. Tuttavia, ai fini della prevenzione di un rischio di tipo cronico derivante dal consumo di alimenti contenenti diossine e policlorobifenili eccedenti il limite stabilito per legge, è opportuno raccomandare di non utilizzare ai fini alimentari uova e animali di bassa corte allevati e detenuti all’aperto, nell’area di un chilometro di distanza dalla ditta Rimel Srl. Le presenti indicazioni devono essere considerate valide sino all’acquisizione di nuove evidenze che scaturiscano dai monitoraggi in atto».

«Tengo a precisare che ho provveduto ad avvisare personalmente stamattina (ieri per chi legge, ndr) gran parte dei possessori di galline residenti nell’area indicata tenuto conto che non esiste un registro in Comune dove risulti la detenzione degli animali da cortile», riferisce a sua volta il sindaco Mauro Romoli. Risultati che vanno in contrasto con le ampie rassicurazioni che avevano fornito la stessa Asur, Arpam e Provincia nel corso del consiglio comunale aperto dell’11 gennaio scorso, anche se era già stato rilevato uno sforamento nei livelli di diossina nelle acque in alcuni terreni circostanti il Castello della Rancia, a circa tre chilometri in linea d’aria di distanza dai luoghi delle uova contaminate. 

 

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Corriere Adriatico